Quaranta volte olè. O magari anche venti: giratela come volete, la storia dirà soltanto gol e poi ancora. Edinson Cavani è un frantumatore di record. Oltre ogni limite: sì, è vero, il Napoli ha perso in malo modo, sciupando l’ennesima occasione dell’anno, ma lui ha segnato. Come sempre. Ritmi pazzeschi, regolarità da marciatore: 20 gol in 20 partite stagionali; 40 nell’anno solare 2012. Una macchina perfetta.
CHE NUMERI – E allora, ancora un altro grande risultato. Seppur mortificato dalla sconfitta: non ha potuto festeggiare, Edi, non ha potuto gioire come avrebbe voluto, nonostante individualmente continui un’impressionante scalata. Numeri d’alta scuola: 12 reti in campionato, 7 in Europa League e una nella finale di Supercoppa a Pechino con la Juve. Totale, 20 da quando è cominciata la stagione. Una sorta di killer con la faccia da indio. Uno che, partita dopo partita, sta provando a tagliare il traguardo annunciato e ribadito a più riprese: “Voglio lasciare un segno indelebile in questo club e in questa città”. La missione non è mica impossibile. Complessivamente, il Matador è ora a quota 86 gol con la maglia azzurra sin dal giorno del suo esordio con l’Elfsborg nel 2010: 61 in campionato; 5 in Champions; 14 in Europa League; 5 in Coppa Italia e uno in Supercoppa.
TIPO LEWIS – La regolarità del marciatore, dicevamo: media perfetta, un graffio a partita sin dall’amara notte di Pechino con la Juve. Un marciatore che, però, corre come un velocista: difficile farlo a caldo, ma bisognerebbe cronometrare lo scatto ad accompagnare il contropiede rifinito da Pandev, dalla sua aera a quella avversaria, concluso con un tocco sul portiere. Un coast to coast a mille all’ora. Sembrava Carl Lewis nella finale olimpica di Seul ‘88. Un atleta meraviglioso e un attaccante stratosferico.
LO SQUALO – Numeri e soddisfazione personale a parte, resta l’amarezza della sconfitta: Edi lascia lo stadio per ultimo, anzi penultimo prima di De Sanctis, e sorride a malapena. Ad attenderlo c’è il suo manager, Pierpaolo Triulzi, volato da Buenos Aires per vederlo giocare: un saluto, un abbraccio e via. Insieme con Miguel Angel Britos, l’amico, il connazionale, il compagno di squadra e anche di battute di pesca. A proposito: il difensore, alla vigilia, lo aveva paragonato a uno squalo per la capacità di non mollare mai e per la ferocia (in area di rigore). Beh, ieri Edinson non ha smentito la sua fama.
LE CHANCE – E ora? Lavoro, subito al lavoro per preparare la partita di Coppa Italia in programma mercoledì, ancora al San Paolo e ancora con il Bologna, e poi la trasferta di Siena. Che, sabato, segnerà anche l’ultima partita del 2012: dopo la sfida del Franchi, infatti, Cavani andrà a Roma e poi volerà verso l’Uruguay. Via Buenos Aires. Prima della pausa, però, ci sono ancora due chance: due occasioni di incrementare il bottino. Due tappe ancora per il marcatore-velocista.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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