I bacioni che partono da Firenze sono tenerezze consegnate tra Palermo e Napoli in sette stagioni favolose, un campionario di prodezze che conduce tra gli dei d’un mondo ormai osservato da quell’Everest e che trasformano Cavani in un eroe (calcistico) del Terzo Millennio. Il centesimo matador è d’una normalità quasi imbarazzante, palla cercata nel mucchio, fisicità che domina il caos dell’area di rigore, poi impatto prepotente e giustezza nel trovare la porta: però prima, dal 2006 al 20 gennaio del 2013, in quello spazio utilizzato per mettere se stesso al centro dell’attenzione collettiva, ci sono prodezze d’ogni genere e specie, cucchiaini e volée, punizioni e solenni esecuzioni, una miscela esplosiva di invenzioni a getto continuo. «E forse era scritto da qualche parte che la mia centesima rete arrivasse con la Fiorentina, ch’è stata la prima squadra alla quale ho segnato qui in Italia. Me lo aveva detto un mio amico, prima della gara: stavolta pranzi con un gol. Ho risposto semplicemente: speriamo. Perché a me piace segnare. Ora sono felice, sono felicissimo, ma io continuo a ragionare come ho sempre fatto: per me vengono prima gli interessi del Napoli, poi quelli personali. E adesso dobbiamo andare avanti e dimostrare come sempre cosa siamo».
LA GIOIA – Da Cavani a Cavani, e dunque dalla Fiorentina alla Fiorentina, c’è un “centenario” da rileggere: ma il momento dell’euforia personale dura un istante, perché il campo chiama, la classifica incombe, la Juventus è a più cinque e quel pareggio va accolto con soddisfazione, spingendo la “propria” Napoli ad un’analisi equilibrata, inducendola a riflettere sul valore di un pareggio e sui suoi effetti positivi. «Non è assolutamente un’occasione persa, perché abbiamo guadagnato un punto su un campo difficilissimo e contro una squadra attrezzata. E poi non si può vincere sempre, ci sono anche gli avversari, e la Fiorentina ha fatto una bella partita. Ma noi abbiamo reagito immediatamente».
IO E IL PIBE – Cento reti in serie A e novantadue con il Napoli, con Careca (al quinto posto) che ora dista appena quattro gol, con Altafini (al quarto) che verrà raggiunto tra cinque altre prodezze, con Maradona che a quota centoquindici guida la classifica all time dei principi azzurri. E’ pure questo il Cavani-day, l’ennesimo d’un bomber che s’è regalato doppiette, triplette e persino una quaterna, e ormai il leader indiscutibile d’una squadra che ha intesta un’idea meravigliosa. «Noi pensiamo semplicemente ad inseguire quel che vogliamo ed io, invece, penso soltanto a giocare e a dare il massimo e magari anche a raggiungere Diego, che dista 23 reti. Io a Napoli sono un uomo felice e voglio dare sempre di più a questa città e a questa gente. Mi diverte segnare e in questo modo do il mio contributo a un club importante. Spero di poter continuare, perché l’ho detto e lo ripeto, io intendo lasciare il segno nella storia del Napoli e di Napoli, che mi stanno dando tantissimo» . Cento di questi Cavani, per il momento.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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