Il modo migliore per cominciare a raccontare l’ennesima storia di trionfi legata a Edinson Cavani è dire la verità: più continua la sua fantastica cavalcata modello Varenne, più è difficile trovare le parole e gli aggettivi giusti per definirlo. Rende bene l’idea? Sì, promosso. Andata. Perché Edy il Matador, il cannibale del gol con la faccia da indio, è una forza della natura ancora misteriosa: quando credi che abbia raggiunto il top, lui ti costringe a riavvolgere il nastro e a cominciare tutto da zero. Funziona così. Per fortuna del Napoli.
RECORDMAN – E allora, da 0 a 57 (gol) in 81 (partite). Se fosse una macchina sarebbe uno di quei bolidi che bruciano l’asfalto, ma lui in realtà è un attaccante che andrebbe studiato sia dal punto di vista atletico sia delle motivazioni: inarrestabile, impressionante, affamato come pochi altri. Un produttore di gol che ogni volta ha la stessa missione: battere se stesso e i record che ha già collezionato finora. Il più famoso? Beh, ovviamente quello che lo ha messo involontariamente in competizione con Maradona per la media/gol: 0,44 quella del Dieguito azzurro; 0,70 quella del Matador.
I RIGORI – Cresce di continuo, la media di cui sopra. Cresce in maniera direttamente proporzionale alle reti che Cavani mette a segno con una freddezza da killer spietato che andrebbe registrata e insegnata nelle scuole calcio: l’ultima, neanche a dirlo, domenica a Parma. Mezzogiorno e mezza di fuoco, bang-bang: sbaglia il rigore ma poi sulla respinta di Mirante rimette subito le cose in chiaro. Ecco, se proprio vogliamo trovare una mini grinza sulla sua stagione, in modo da renderla umano, si potrebbe parlare di questa sorta di leggera allergia ai calci di rigore: gli era già successo di sbagliare con il Siena. Ma al Tardini ha rimediato in una frazione di secondo. Non vale neanche questa.
TRA LA GENTE – Perfetto? Beh, di certo un attaccante straordinario. Un cacciatore di taglie (di portieri) che fa gola, giocoforza, a tutti i club più prestigiosi del pianeta. E lui? Spallucce. Perché ha un contratto fino al 2016; perché a Napoli vuole vincere e continuare a incantare. Perché da queste parti, tutto sommato, vive bene: cose semplici con la senora Sole e il piccolo Bautista, qualche cena con gli amici o con i manager Claudio Anellucci e Pierpaolo Triulzi, rare apparizioni in giro e tanta preghiera. In casa e anche in chiesa tra la gente comune: c’è un posto, un luogo, un mondo tutto suo che Edy preferisce blindare. Perché in mezzo agli altri fedeli è soltanto un cristiano come tutti. La semplicità della rarità.
LA MARATONA – Anche per Mazzarri è una risorsa rara. E non è un caso se a febbraio, tra campionato, coppe e Nazionale Edy abbia giocato di fila ben 9 partite dall’inizio. L’ultima sosta a Marassi con il Genoa, salvo poi entrare e segnare subito: poi, dentro con Cesena, Milan, Chievo, Fiorentina, Inter, Parma, Chelsea, Siena e a Bucarest in Romania-Uruguay. Gol: 6. Un marziano. Uno che, tra l’altro, corre come un pazzo senza sosta per novanta minuti. Non si ferma mai, Cavani. E Napoli non potrebbe essere più felice.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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