È il momento cruciale della stagione del Napoli. Si gioca tutto in venticinque giorni, dalla partita di domani a Lecce alla finale di coppa Italia contro la Juve il 20 maggio. In ballo il terzo posto, meno lontano dopo il successo sul Novara e il rallentamento delle dirette concorrenti (Lazio, Udinese, Roma e Inter), e il trofeo vinto per l’ultima volta un quarto di secolo fa, primavera dell’87, l’anno magico con capitan Maradona. Ma questo è anche il momento in cui si decidono le strategie per il futuro e una certezza De Laurentiis ce l’ha: la squadra si iscriverà comunque a una competizione europea, Champions o Europa League che sia, attraverso preliminari o qualificazione diretta. Si può programmare il futuro e scacciare le ombre sui contratti dei big.
De Laurentiis, per via indiretta, sa che i russi dell’Anzhi vogliono Lavezzi, che attraverso i silenzi del suo scaltro procuratore ha lasciato capire che questo interessamento esiste ed è forte. Cavani ha l’accordo fino al 2016, però è incerto sulla permanenza dopo aver segnato 62 gol nelle 90 partite con il Napoli: un segnale, lanciato dopo la rete al Novara, che anticipa una richiesta di aumento di stipendio o una cessione a uno dei club più potenti al mondo. E oggi sul Mattino si possono leggere le dichiarazioni dell’agente del portiere De Sanctis: chiederebbe di andar via se non rinnovasse il contratto, scadenza 2013.
Il presidente del Napoli ha cercato di modificare la contrattualistica del pallone, facendo firmare fin dall’inizio della sua gestione ai giocatori contratti di immagine che impediscono attività pubblicitarie se non decise dalla società. Ha fissato un tetto agli ingaggi: quelli che guadagnano di più sono Cavani e Lavezzi, stipendi leggermente superiori ai 2,5 milioni. Certo, cifre e scadenze si rispettano, tuttavia Mazzarri ricorda che il Napoli è andato al di là delle aspettative perché nella classifica di serie A non è settimo, il posto che invece occupa nella graduatoria degli ingaggi. Alle leggi del mercato non può sfuggire il club di De Laurentiis, che ha raggiunto elevati livelli sotto l’aspetto tecnico e finanziario, con un fatturato vicino ai 150 milioni. Le strategie si possono perfezionare o modificare anche in un periodo di crisi, rinunciando a maxi-pagamenti di alcuni cartellini (ci sono stati calciatori costati troppo nella scorsa estate), investimenti ammortizzabili in più anni. Perché non pensare a campioni svincolati per dare più nerbo alla squadra? Pirlo, dopo aver lasciato il Milan, ha firmato per tre milioni all’anno con la Juve ed è uno dei protagonisti della formidabile cavalcata verso lo scudetto. È il salto che, in fondo, aveva suggerito Mazzarri dieci mesi fa, chiedendo dopo la qualificazione in Champions giocatori già affermati più che belle promesse.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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