I conti però poi tornano: e alla nona, inevitabile, un tenore se la suona e se la canta a modo suo. Bentornati ad Edinlandia, il parco divertimento più accattivante del Terzo Millennio, quel giardino (quasi) sempre verde speranza che induce a ritrovarsi al di là della malinconia, immersi nell’ottimismo perenne della Napoli del Napoli. Una, due volte, prima dal dischetto, poi nella giungla dell’area intasata: con la freddezza e con l’istinto del bomber, con la lucidità scovata raschiando nell’io del matador più profondo. «Io questo periodo di difficoltà l’ho vissuto come so: al di là dei gol, sono sincero, era indispensabile la vittoria. E noi questi tre punti li abbiamo meritati. Li aspettavamo da un bel po’ e ora che sono arrivati…». Dal «Tardini» al San Paolo c’è un vuoto di memoria che disorienta, quarantanove giorni attraversati senza il «vero» matador e il sospetto autentico che qualcosa si sia rotto, non certo – e non solo – l’incantesimo: sei partite in Italia, altre due in Europa, un rigore sbagliato a Verona, qualche occasione scippata via dal destino e un’involuzione statistica che certificano la «crisetta», allontanano dallo scudetto e avvicinano alla paura d’una Champions a rischio. «Ma l’aspetto più importante, ripeto, era racchiuso semplicemente nel riuscire a vincere. Poi ognuno pensava ai miei gol, magari a quello che poteva succedere: noi no, noi abbiamo cercato tenacemente questa vittoria e l’abbiamo voluta tutti».
Quarto del primo tempo, la palla sul dischetto: il Bentegodi non è un incubo, almeno a posteriori; ma quando poi l’Atalanta fa l’1-1, riecco le streghe e i fantasmi e il terrore dipinto attraverso le laboriose manovre d’avvicinamento all’area di rigore caratterizzate dalla paura. Ma è in quel momento che il Cavani sommerso riemerge dagli abissi, si prende il Napoli sulle spalle, lo porta sul 2-1, e poi, la tremarella per il 2-2, lo ritrascina in avanti, lo sostiene in difesa, lo carica per ricambiare l’affetto ricevuto da De Laurentiis. «La sua visita è stato un segnale importante, il suo appoggio nei nostri confronti c’è sempre stato e io dal primo momento che sono qui ho sempre avvertito la presenza di De Laurentiis e della società. Dimostrarci in maniera così pubblica la sua fiducia è stato molto bello».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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