Cos’altro ancora, matador? Ventuno gare e (in media) per ogni match una perla: triplette, quaterne, doppiette, un quadrimestre affascinante, lampi di genio e colpi d’artista. E ora? La domanda sorge meccanica, di partita in partita: e quel che emerge sistematicamente di Cavani, tra lo stupore generale, è la voglia matta di essere protagonista, la voracità espressa nella propria area di rigore ma anche altrove, quella generosità che lo spinge a far su e giù per il campo, a indirizzare la fase offensiva e a garantire quella difensiva. Si riparte e l’interrogativo che resta a galleggiare nel vuoto tra Piazza del Campo e l’ «Artemio Franchi» , in un Siena-Napoli che, tanto per gradire, diviene la «sua» partita, quel «fenomeno» paranormale che va sistematicamente oltre.
PICCOLO E’ BELLO – Ma le luci della ribalta, naturalmente, s’allungano pure altrove, e Lorenzino Insigne, lo scugnizzo del gol, finisce per ritrovarsi abbagliato sul diciottesimo palcoscenico stagionale, l’ennesima giornata da vivere con il cuore nello zucchero a velo, una cartolina (un’altra) da collezionare sulla parete della propria fantasia trasformata in realtà. E voi l’avreste detto, appena nel luglio scorso, che alla fine sarebbe andata così? Il quarto tenore s’è fatto grande, ha scalzato Pandev, s’è preso la ribalta e se la tiene stretta-stretta al fianco del matador e di Hamsik, un trio meraviglioso che riesce a ridimensionare gli effetti della crisetta di risultati e a concedere sempre, in qualsiasi momento, una speranza.
GRANDE E’ BELLISSIMO – All’ombra di quel fuoriclasse, si sta di lusso, e Siena-Napoli serve per dare una rispolveratina al morale, per lasciarsi cullare dalle prelibatezze d’un tandem che ormai s’intende a meraviglia, che dialoga in scioltezza, che ha compatibilità tecnica e un linguaggio adeguato l’uno all’altro: ottantasette reti in due anni e quattro mesi per Cavani, un dono piovuto dal cielo per diciassette milioni di euro (pagabili in quattro anni), l’infallibile uomo dei sogni che s’è caricato sulle spalle le responsabilità più imponenti e che non ha smesso di credere in qualche miracolo; e poi tre gol per Lorenzino Insigne, un cadeau del destino praticamente a costo zero, mille e cinquecento euro spesi un lustro fa, dopo le sollecitazioni di Peppino Santoro, il team manager, ed ora un geniaccio da gustarsi con gli occhi spalancati.
LE GERARCHIE – A luglio, sembrava una favola: ma il principino del gol, allevato a suon di tagli e diagonali, rientri e profondità, aggressione dello spazio e percussione nel mezzo da quel maestro ch’è Zeman s’è messo in testa (silenziosamente) un’idea meravigliosa e l’ha portata a compimento, lasciando a Pandev la panchina. Cavani procede con la sua andatura folle, segna da quattro partite consecutive, ne ha fatti dodici in campionato, sette in Europa, una il Coppa ed una Supercoppa, ha segnato a tutte le avversarie incrociate, ed ha deciso di proseguire ad oltranza, per avvicinare ulteriormente il quinto goleador azzurro di tutti i tempi (ch’è Careca e dista appena nove reti). Siena-Napoli è l’ultimissima di un 2012 incantevole per entrambi, per Insigne che ha conquistato la serie A con il Pescara e poi s’è meritato il «suo» Napoli e la Nazionale e a san Silvestro, fuochi d’artificio pronunciando il fatidico sì; e poi per Cavani, il bomber (in Italia) dell’anno quarantuno reti sparse nei dodici mesi e conservate in quella coppa Italia che è solo la prima tappa.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
