Quattro gol nelle ultime due partite, sei punti in più. Il legame tra gli estri di Edinson Cavani e le fortune della squadra è chiaro, praticamente indissolubile. E’ la cartina di tornasole dello stato di salute collettivo, allo stesso tempo causa ed effetto di risultati e prestazioni: se gira il Napoli gira lui, se lui gira, il Napoli va. Si esaltano a vicenda, si motivano a vicenda, qualche volta si deprimono a vicenda. E ora che è entrato nella storia della squadra per la porta più stretta dei cannonieri di tutti i tempi, adesso vuole provare a entrare per quella più larga di un successo che resista negli almanacchi del club. Bisognava tenere la squadra in linea di galleggiamento, evitare un ulteriore avvicinamento del Milan in vista della sfida che fra un paio di settimane potrebbe se non decidere, avviare a soluzione l’enigma del secondo posto (un piazzamento che vale uno scudetto visto che manda direttamente ai gironi di Champions). In un momento difficile, lui, Edinson, ha fatto quello che i grandi goleador di questa squadra hanno fatto in tempi diversi e ormai passati: ha preso i compagni e di peso li ha portati al traguardo di un successo sul Torino che non era facile né scontato e che ora consente al Napoli di affrontare con una certa serenità il Genoa in attesa della partita-chiave, quella del Meazza.
Cavani è del Napoli, allo stesso tempo, il braccio e la mente, in una parola: il leader. Ha attraversato un periodo di appannamento: la porta sembrava essersi improvvisamente ristretta, il pallone o finiva fuori e tra le braccia dei portieri. Le sue difficoltà erano la spia delle difficoltà della squadra: lui non segnava, il Napoli non vinceva, la Juve si allontanava e il Milan si avvicinava. Nel momento in cui la porta ha riassunto le vecchie dimensioni e i palloni sono finiti non tra le braccia ma alle spalle dei portieri, la storia è cambiata, per la felicità dei tifosi napoletani che hanno ritrovato, in un sol colpo, la squadra e il giocatore più rappresentativo. A ventisei anni, altri record l’uruguaiano può stabilire, altri cannonieri (Maradona compreso) può raggiungere nella classifica di tutti i tempi. Se lui segna, il Napoli fa festa; se arricchisce il suo bottino di cannoniere, il Napoli consolida le sue ambizioni europee. L’importante è non mollare: ora sarebbe una pessima idea.
Sarà una bella sfida, di qui alla fine. Una sfida tra goleador: da un lato Balotelli, dall’altro lui, l’uruguaiano che sta facendo sognare una tifoseria. Otto partite per aprire la porta della Champions e del futuro; otto partite per conquistare quel titolo di cannoniere del torneo che per ora ha solo sfiorato (lo scorso anno) e che ora sembra aver ipotecato con ventidue gol (ha segnato quasi quanto lo scorso campionato, ventitré reti, appena quattro in meno rispetto a a due stagioni fa), sei in più rispetto al milanista El Shaarawy. A suon di record personali può trascinare la sua squadra a traguardi ambiziosi. Ha segnato il quaranta per cento dei gol del Napoli, un’incidenza che consente alla squadra di esibire il terzo miglior attacco del campionato (dietro Roma e Juventus). I numeri sono straordinari ma ancora non bastano: ci vuole l’ultimo sforzo di Edinson, attaccante bionico.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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