Il Napoli di Cavani e Hamsik. Il Napoli dei fedelissimi, degli uomini d’oro che valgono più dell’oro e che di andare via non ne hanno voluto sapere. Richiesti? Richiestissimi, altro che storie, però loro no, sono con Mazzarri, sono azzurri e poi anche leader. Palermo-Napoli, neanche il tempo: la prima di campionato del dopo Lavezzi, e senza Pandev, è finita con un tris da favola, anzi con la favola di Edi il pescatore, che con la rete realizzata al Barbera è diventato l’uruguaiano più prolifico di sempre in serie A (insieme con Ruben Sosa); e con quella di Marek il mohicano, la bestia nera che più non si può dei rosanero. Un gol ciascuno e una prestazione strepitosa per entrambi: Hamsik da trequartista, Cavani da jolly a tutto campo. E il finale è già scritto: il Napoli ha la loro fame di vittoria. Il Napoli ha gli occhi e l’anima del Matador e la cresta del collega. Alta. Molto alta.
I GEMELLI– E allora, come dicono quelli che lavorano nel cinema e in televisione, buona la prima. Buonissima, meglio di così c’era davvero poco da fare e sperare: lo slovacco fa 1-0 in grande stile e poi inventa per Maggio, spianandogli la strada del raddoppio con un passaggio super; il Matador è indemoniato, è tra i migliori difensori della squadra per tutta la partita nonché il pericolo pubblico costante. Negli ultimi minuti, dopo aver strabuzzato gli occhi e arruffato la chioma corvina in segno di incredulità davanti all’incredibile traversa colta da due passi nel primo tempo, spacca di testa anche la porta del Palermo tanto per non perdere l’abitudine. E non esulta, come sempre, in onore al suo passato siciliano. La sintesi? Gemelli del gol e del gioco, i due azzurri.
CASTIGAMATTI– Particolarmente cattivo, Hamsik, quando incontra i rosanero. Sì, sportivamente cattivo, spietato: dal 2007, e dopo la gemma incastonata domenica nell’angolo alto della porta del Barbera con un colpo modello biliardo, sono 7 i gol realizzati con il Palermo da quando indossa la maglia del Napoli. Sette in sei campionati: 4 in trasferta e 3 al San Paolo. Più che bestia nero pece, il castigamatti della situazione. In totale, con il graffio dell’esordio, Marek è giunto a quota 51 gol in 182 presenze in serie A. «Sono sempre molto felice quando riesco a segnare, ma l’importante è il risultato della squadra», ha detto ieri attraverso il suo sito ufficiale.
HAMSIK-GARGANO, SCAMBIO DI COMPLIMENTI -E poi, ha svelato un retroscena familiare. Roba tra cognati: «Con Gargano ci siamo scambiati dei messaggi di complimenti a fine partita: io mi sono congratulato con lui per il tris dell’Inter e lui ha fatto altrettanto con me». La sfida a distanza è cominciata.
UN MOSTRO– Non ha mai interrotto la sua personale diatriba con le porte, invece, Cavani: 68 reti in due stagioni e due partite, per un totale di 97 gare ufficiali con il club azzurro. Una media gol/presenze stratosferica: 0,70. Una macchina da guerra perfetta, un forsennato che, oltre ai colpi d’area, sfodera anche prestazioni da maratoneta a tutto campo. Difesa, attacco, centrocampo; destra, sinistra, centro. E’ ovunque. E’ un mostro.
RECORD: COME RUBEN SOSA– Domenica, tra l’altro, Edi ha griffato anche un altro primato molto sentito a livello personale e di certo roboante in Uruguay: 84 gol in serie A come Ruben Sosa. Il Sosita, come lo chiamavano in patria, che fino a domenica era, in perfetta solitudine, il miglior realizzatore uruguaiano nel massimo campionato italiano: beh, dopo Palermo condividerà (per ora) il record con Cavani. Come ha festeggiato ieri l’ennesimo traguardo? A pesca, sì, una delle passioni più grandi del Matador.
FEDELTA’– Il campionato è cominciato nel migliore dei modi, insomma. E il Napoli ride. Anzi, gongola e lucida la cassaforte: Hamsik è stato blindato fino al 2016 nel corso del campionato precedente, mentre Cavani ha praticamente brindato al rinnovo fino al 2017 proprio alla vigilia della trasferta di Palermo. Manca l’ufficialità, d’accordo, ma è una questione burocratica relativa alla rivisitazione del contratto e all’inserimento della clausola rescissoria da 55 milioni di euro almeno. Alta fedeltà, sorrisi e gol. E sogni di gloria.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.F.