La più classica delle partite di fine stagione si è conclusa con un’altra vittoria per il Napoli, non senza patemi e qualche rischio, per quanto poco possa impensierire una gara disputata in assenza di poste in palio, a giochi fatti. Il Napoli in abiti primaverili però le vince tutte: dopo aver superato già diversi ostacoli, ultimamente, che invece in passato avrebbero creato deficit di punti, gli azzurri hanno piegato anche il Siena in un contesto privo di agonismo e per questo ancor meno propizio per rimonte all’ultimo secondo. E invece il Siena prima è andato in vantaggio, poi è stato raggiunto a metà ripresa e infine superato allo scadere. Le firme? I soliti noti: Cavani e Hamsik.
INIZIO SORNIONE – Come prevedibile, il match è cominciato a ritmi piuttosto blandi, che tuttavia non hanno impedito al Napoli di creare tre occasioni intorno al 10′: neanche a dirlo, due su tre ad opera dell’immancabile Cavani, la prima con un tiro centrale dopo una gran discesa di El Kaddouri e la seconda con un colpo di testa stampato sull’incrocio. In mezzo una sventola di Inler da fuori, respinta da Pegolo. Il Cavani dell’ultima domenica al “San Paolo” si costruisce però un copione scomodo: quello di procurarsi occasioni e sprecarle. Al 15′ è ancora il palo a dirgli di no, dopo un sontuoso inserimento negli spazi del Matador. Pur giocando in surplace, il Napoli sembra controllare le sorti del match mentre il Siena fa l’ordinario, abbozzando pressing scolastici e provando a costruire azioni non troppo convinte.
RUGGITO SIENA – Solo alla mezzora i padroni di casa tentano una prima accelerazione, dettata da El Kaddouri che imposta un triangolo veloce e tecnico con i compagni ma conclude al lato. Questo acuto sveglia un po’ anche gli avversari, che risalgono con maggiore convinzione e si affacciano nell’altra metà campo. Così al 35′, su calcio piazzato, Grillo si ritrova solo sulla corsia sinistra e ha tutto il tempo di trafiggere Rosati, portando i suoi in vantaggio, a sorpresa. Un minuto dopo Mesto, colpevolmente assente sullo 0-1, crossa al volo sopra il capo di Cavani: la traiettoria del colpo di testa però nemmeno raggiunge lo specchio della porta. A conferma di una fase in cui l’uruguaiano non sfrutta nulla del tanto che si procura.
RIPRESA: ANCORA SIENA – Sotto 0-1 a metà gara, ci si aspetterebbe al rientro un Napoli agguerrito. Invece è ancora il Siena a farsi pericoloso, mentre i padroni di casa restano lenti e sfilacciati, lasciando praterie fra la difesa e il centrocampo. Due o tre chance preziosissime – una generata da un goffo errore di Inler – vengono fallite grossolanamente dagli ospiti, senza cattiveria. Al 56′ il pubblico però è concentrato tutto sull’uscita di Grava, probabilmente definitiva dai campi di gioco. Logica ovazione. Al suo posto entra Insigne, e poco dopo Hamsik rileva Calaiò: il modulo passa al 4-2-3-1 (Hamsik molto avanzato) e la squadra, pur restando sfaldata, diventa arrembante in attacco.
RIBALTONE FINALE – Con questo schema nascono tutti i presupposti per il gol, e dopo qualche tentativo a vuoto il pareggio arriva: sotto porta El Kaddouri è sfortunato a centrare la traversa, ma ci pensa la testa di Cavani a rimettere a posto il risultato. Pur senza stravolgere i ritmi morbidi dell’incontro, e non senza correre altri pericoli con palle-gol malamente sprecate dagli ospiti, l’arrembaggio continua alla ricerca di una rocambolesca vittoria. E il sorpasso arriva, nei minuti di recupero, dai piedi raffinati di Hamsik, con un pregiato tocco sotto che scavalca Pegolo: il “San Paolo” può festeggiare con una vittoria l’ultima in casa.
HAMSIK+CAVANI – Non è affatto casuale che la firma di chiusura sia dello slovacco, come non è un caso che l’assist sia arrivato da Pandev, subentrato nel finale. Cavani e Hamsik, due marcature a rappresentare l’incidenza decisiva dei due maggiori campioni azzurri, capaci di consegnare ai tabellini 28 reti e 4 assist il primo e 11 reti e 14 assist il secondo. Numeri che parlano da soli, insieme ad altri dati collettivi quali la seconda miglior difesa della Serie A e, fin qui, il migliore attacco. Segnali luminosi anche da El Kaddouri, che ha sprizzato talento, confermando che avrebbe forse meritato più spazio; così come il modulo 4-2-3-1 avrebbe potuto avere forse più utilizzi. E probabilmente il calo invernale avrebbe procurato meno passi falsi e concesso al Napoli di essere più vicino alla Juventus nella corsa-scudetto, se si fosse rischiata qualche variazione in più. Troppi “ma” non portano però a nulla se non a congetture: i fatti sono che Napoli-Siena ha ribadito ancora, se fosse necessario, che il secondo posto è un bel traguardo e più che meritato.
A cura di Lorenzo Licciardi
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