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Cavani è a tre gol da Careca

Il "Matador" è a pochissimo anche da Altafini e Vojak

Inventarlo, se non ci fosse? Molto complicato, anche a pensarlo. Torniamo indietro, e non di molto, andando sino a quel luglio del 2010, quello del Matador neo-azzurro. Ma francamente: quanti di noi allora avrebbero potuto immaginare una creatura calcistica di tal fatta? Su cento forse nemmeno uno. Anche perché non ce n’erano nemmeno in circolazione (e non ce ne sono), con le sue caratteristiche. Facile adesso sciorinare numeri e aggettivi, per celebrare la sua grandezza, per urlare al mondo intero che lui è insostituibile. Ma soprattutto inimitabile. Ecco, è questo il punto. Edinson Cavani (per il quale è diventato giocoforza diffidare dalle imitazioni), senza il famoso senno del poi, non si sarebbe potuto nemmeno immaginare. 

UNO, MULTIPLO E UBIQUO – Perché è unico così com’è: attaccante dalla fame irrefrenabile che nei fatti riesce a sopravanzare sempre pensieri e parole. Ma fosse solo questo. Il bello è che lui non solo segna a mo’ di alieno, ma poi gioca in difesa da gran difensore, va a centrocampo e fa lo stesso, casomai arginando e rilanciando. In ogni dove, disorientando l’avversario, dandogli l’impressione di possedere il dono dell’ubiquità. E poi batte le punizioni sempre meglio, e fra poco (esagerando) batterà pure gli angoli, per poi provare a colpire di testa in area. Ecco anche perché gli occhi di tutto il mondo sono puntati su di lui.  Tutto quello che si fa sul campo sembra essere nelle sue corde, naturalmente a partire dai gol. Specialità della casa. E’ lui l’indiscusso monarca. Qui e ora, con ben 18 reti dopo appena la terza giornata del girone di ritorno. Che è assolutamente roba da fregarsi le mani. 

LE SETTE MERAVIGLIE – Inutile fare ricerche nell’antichità. E’ roba contemporanea, identificabile nelle sette triplette del bomber di Salto, di un fenomeno che a nemmeno 26 anni (il 14 febbraio prossimo) a queste ha aggiunto, come nelle migliori tradizioni, l’ottava meraviglia. La quaterna di Napoli-Dnipro dell’8 novembre, che ha rilanciato gli azzurri in Euroleague. Un vero fiume in piena che ha travolto i basiti ucraini. Tanti palloni in bacheca, a casa, per la gioia di figli e nipotini che saranno.Questo l’ordine delle imprese: Utrecht, Juve, Samp, Lazio, Milan, ancora Lazio, e poi Roma. Il tutto a partire dal 2 dicembre 2010, sino al 6 gennaio scorso. In poco più di due anni. Da restare solo a bocca aperta.

LA (RI)CARICA DEI 101 – Troppo facile arrivare al paragone con il famoso film. Ma va aggiunto che un bottino del genere, di gol realizzati in serie A (67 col Napoli e 34 col Palermo), sicuramente porta l’autostima al diapason. E perciò c’è da scommettere che, segnando con un’insaziabilità quasi irreale, si ricarica pure. Segna e si ricarica. Dove arriverà? Beh, già quest’anno potrebbe superarsi, poiché mancando ancora 16 giornate, quei 23 della scorsa stagione e i 26 della penultima, sono tutt’altro che chimere da inseguire, visto che siamo già a quota 18. E ancora, nel Napoli Edi ha un bottino totale astronomico: 93 reti in 121 presenze (nella stagione 27 su 26) e fra poco raggiungerà alcuni miti azzurri come Careca (96) e Altafini (97), per poi provare ad agganciare i “tre cifre” Vojak (103), Sallustro (107) ed il non plus ultra Diego a 115. 

CAPITOLO CATANIA – E’ il prossimo, dopodomani sera. Il Matador torna al San Paolo, dove ha annichilito la Roma all’Epifania. Da allora, pausa con il “suo” Palermo, poi gol a Fiorentina e Parma, ma in trasferta. Al Catania ne ha fatti tre, tutti con la casacca azzurra. E rimbombano alcune sue parole: «Io voglio vincere con il Napoli. Voglio giocare sempre e segnare, per essere al top». La promessa del Matador. 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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