Edinson è un ragazzo cordiale ma soprattutto sincero. Non si scompone quando durante la conversazione affiora la parola crisi, che invece manda in tilt qualche altro componente dello spogliatoio azzurro. Cavani ascolta, replica con un sorriso e con parole gentili. La forza della consapevolezza, anzi della verità. «Crisi? Appannamento? Non so quale sia il termine più appropriato però c’è qualcosina che non va. Ci può stare quando si viaggia a certi ritmi e quando si inseguono obiettivi così importanti».
Sarà il peso di chi deve inseguire o semplicemente la durezza di un campionato considerato tra i più difficili in assoluto? Il Napoli ora balbetta e Cavani lo sa perfettamente. «Veniamo da un momento così così, contro la Lazio abbiamo acciuffato il pareggio alla fine, della partita di giovedì meglio non parlare. Con la Samp male nel primo tempo ma nei secondi 45 minuti è venuta fuori tutta la nostra voglia di vincere. È un periodo complicato per noi, inutile nascondersi ma ne verremo fuori anche perché siamo venuti fuori da parentesi peggiori».
Quattro partite senza mettere la palla dentro, una bestemmia per uno come Cavani che aveva abituato a medie-gol impressionanti. Il calo del Napoli coincide con quello del suo bomber o viceversa? Il Matador non si scompone nemmeno questa volta, ammette che il black-out è generale e quindi nel calderone mette anche se stesso. Sempre con il sorriso sulle labbra, ovviamente. «Capisco che l’equazione è facile: Cavani è in crisi e anche il Napoli lo è. Ci sono momenti nell’arco di una stagione in cui le cose vanno a gonfie vele e altri dove sembra non funzionare niente. Contro la Samp abbiamo perso due punti anche per via di quel terreno da gioco allucinante ma nemmeno è il caso di fare drammi o di parlare di campionato finito. Io vivo per il gol, cerco di non far mancare mai il mio apporto alla squadra sia in fase difensiva che offensiva, l’impegno è sempre totale. Come da parte di tutti i miei compagni, sia ben chiaro. Il gol mi sta mancando, effettivamente quattro partite senza segnare sono un po’ troppe. Passerà, come tutti i momenti difficili. Come? Lavorando umilmente».
Conviene avere ancora la Juve nel mirino oppure bisogna voltarsi indietro? Fiero e indomito, il capocannoniere del campionato rispedisce al mittente l’alternativa. «Rinunciare al primo posto? Ma siamo matti? Mai e poi mai. Io preferisco guardare sempre avanti e mai indietro perché cerco di migliorarmi giorno dopo giorno. Nel mirino non c’è la Juventus ma il primo posto, quello è il mio pensiero fisso». Sarà lo scontro diretto al San Paolo tra due settimane a decretare il vincitore del torneo? Cavani ha una sua tabella personale, eccola: «Innanzitutto non date per scontata la nostra eliminazione dall’Europa League, la partita di ritorno in casa del Viktoria per noi avrà il sapore di una finale. Poi ci sarà la trasferta di Udine: io credo che ci giocheremo il campionato nelle prossime due partite contro Udinese e Juventus. Se dopo lo scontro diretto avremo ridotto ulteriormente lo svantaggio, allora sì che ci divertiremo. Io voglio sognare ancora».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro