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Cavani choc, non segna da otto partite

Il "Matador" ci mette tanto cuore ma non ritrova il sorriso perduto da troppo tempo

Si è perso il Matador. Proprio nel momento cruciale, per giunta. Otto partite a secco, roba seria. E la sua crisi si riflette nella maniera più plateale possibile su un Napoli che stenta. In caduta libera, soprattutto ora che viene meno l’apporto del suo trascinatore. Ed il binomio tra la squadra partenopea e Cavani si sta sempre più spezzando. In termini di rendimento, s’intende. Ma senza dubbio è lui il fulcro dei problemi attuali di questa squadra. Li racchiude tutti, perché simboleggia un black-out che per il Napoli dura dal 27 gennaio. Sono passate troppe partite, ormai, da quando è venuto meno l’apporto di Cavani e con esso le vittorie. Un mese e mezzo da quel viaggio a Parma in cui si è avuto la meglio allo scadere. In pratica l’inizio della fine. 

LUNGA ASTINENZA – Un’altra trasferta a tinte gialloblu, stavolta quelle del Chievo, ma l’esito è piuttosto sconfortante. Quanto basta per ridimensionare il Napoli ed il suo puntero. Che nella contabilità delle partite in cui è rimasto a secco può trovarne sei di campionato e due in Europa League, con annessa la pesante eliminazione rimediata: 725 minuti, esclusi i recuperi, questo il minutaggio che riguarda il digiuno di Cavani. Nel difendere la propria leadership tra i cannonieri del campionato sta prendendosi una pausa. Un peccato, visto che si avvicina la tripla cifra (è a quota 93) e al momento in stagione è fermo a 27 (18 in serie A). Ma sembrano lontani anni luce i tempi in cui tramortiva la Lazio oppure il Dnipro, entrambe stese da tripletta e poker. Bisogna fare i conti con la carestia, e sono dolori quando il Matador fa scena muta. Proprio contro la Lazio, inoltre, si trova l’ultimo rigore sprecato da Cavani (in tutto ne ha segnati quattro) prima di questo ad inizio ripresa della gara contro il Chievo. Laddove i palloni inattivi proprio non gli hanno detto bene, visto il bolide su punizione che Puggioni ha respinto quando si era ancora sul punteggio di 1-0. 
NIENTE DA FARE – Nemmeno la recentissima paternità lo ha fatto ritornare sé stesso. Con l’aggravante di un’illusione spenta sotto forma del rigore che avrebbe potuto risvegliare il Napoli dall’intorpidimento. Infilzando una squadra, quella di Corini, che peraltro insieme ai campani era l’unica fino a ieri a non avere ancora ricevuto un penalty contro. E la versione veronese del Cavani battagliero non è bastata, anche perché Puggioni ha deciso che non era davvero giornata per gli azzurri. Il portiere del Chievo, sul finire di partita, lo ha addirittura irriso con un dribbling in piena area. Probabilmente la fotografia peggiore consumatasi nel pomeriggio al Bentegodi del bomber uruguaiano. Assolto da Mazzarri, per quanto concerne l’episodio dagli undici metri, ma è proprio lì che ha dimostrato il suo lungo periodo di appannamento. Destro secco che è sembrato quasi lo scarico della rabbia per quel pallone destinato in ogni caso a non entrare. Ed il gesto della culla da dedicare all’erede – caratteristico dei goleador appena divenuti papà come Cavani – dev’essere rimandato a tempi migliori. Magari già a domenica prossima, in un passaggio che è vietato fallire contro l’Atalanta al San Paolo. Prima di abbracciare il piccolo Lucas, approfittando della pausa di serie A per gli impegni internazionali. Il Matador volerà in Uruguay a trovare il figlio, prima di scendere in campo con la nazionale sudamericana. In attesa che al campionato venga restituito il bomber appartenutogli a più riprese quest’anno. 
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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