Cerca
Close this search box.

Cavani, che Matador: primo capocannoniere dopo il Fenomeno Diego

Con 28 reti è ormai imprendibile nella classifica marcatori

Restare in azzurro perché incatenato da un record. Da battere. Difficile che possa accadere ma è bello pensare che dopo i 103 gol fatti, da Elfsborg a Napoli-Siena, Edinson Cavani voglia lanciare l’assalto a quota 115. Una montagna da scalare quella di Maradona nei suoi sette anni azzurri fatta di pennellate, rigori, punizioni, acrobazie e semplici tocchi in rete. Proprio come Cavani che all’ombra del Vesuvio ha segnato in qualsiasi modo.
Fu presentato Edinson una sera dell’agosto 2010. Il Napoli affrontava il Wofsburg al San Paolo. Braccia al cielo con De Laurentiis che lo condusse per mano al centro del campo. Sguardo spaurito, trentunomila allo stadio un po’ per salutare la squadra di Mazzarri tornata dal ritiro di Folgaria, un po’ per vedere questo attaccante di cui a Palermo non si diceva proprio bene, per i troppi errori sotto porta quando a tutti sembrava facile, dall’alto, mettere la palla dentro. Il tecnico toscano lo ha forgiato per farlo diventare quello che è oggi, un affare da settanta milioni se il Napoli dovesse privarsene. Si sognava un attacco stellare con Quagliarella. E invece a poche ore dal match con l’Elfsborg la bomba: via l’attaccante di Castellammare, il Napoli si affida solo all’uruguayano. Ci vogliono poco meno di 45’ per convincersi che è arrivato un fenomeno e placare la contestazione della curva arrivata in cima al mondo.
Al 29’ destro secco su assist di Gargano, al 38’ pennellata da destra verso sinistra di Hamsik e colpo di testa che batte il portiere svedese. Torna un eroe, ed i titoli sono tutti per lui. Gol per tutti i tipi. Anche quelli fantasma come all’esordio in serie A in Fiorentina-Napoli. Il pallone sbatte sulla traversa e ritorna in campo ma per l’arbitro ha superato la linea e finirà 1-1. Otto reti in nove partite. In Utrecht-Napoli (3-3) del 2 dicembre 2010, quinta giornata della fase a gironi dell’Europa League, segna la sua prima tripletta in maglia azzurra. Nell’ultima partita del girone, giocata il 15 dicembre al San Paolo contro la Steaua Bucarest (1-0), realizza al 93’ il gol che consegna al Napoli la vittoria e la qualificazione al turno successivo. Segna triplette alla Juve, al Milan, all’Inter, il gol storico al’Eithad stadium di Manchester contro il City che apre i gironi di Champions League, il rigore che sblocca la finale di coppa Italia contro la Juve a Roma. L’ultima rete realizzata nello storico Råsundastadion contro il Aik Solna prima della sua demolizione.
I napoletani ricordano anche il coast to coast nella partita stregata contro il Lecce. Quaranta metri di corsa, staffilata nel sette in pieno recupero e match vinto. Il Matador non guarda dietro. È proiettato in avanti. Ora gliene mancano due di reti per toccare quota trenta in campionato. C’è un precedente: alla Roma ha già segnato una doppietta due stagioni fa e anche in quella circostanza fu Champions. Più difficile dare la caccia a Maradona. In un’intervista di qualche settimana orsono disse: «Ce la farò l’anno prossimo». Una dichiarazione che ha fatto sperare. Ma solo per un po’, visto che le tante voci sul trasferimento del campionissimo di Salto non smettono mai di fermarsi. Il rammarico è che se il giocatore fosse stato un po’ più tranquillo dal punto di vista mentale (e familiare) nei mesi di gennaio e febbraio quando non è andato a segno per otto partite, probabilmente quel traguardo si sarebbe potuto raggiungere prima e il Napoli avrebbe potuto giocarsela fino all’ultima giornata per lo scudetto.
Dal 2010 al 2013 il Napoli ha conosciuto il Matador maturato, quello diventato campione alla ricerca della consacrazione internazionale, quello che ha attraversato una crisi coniugale, quello che, paradossalmente ha vissuto nelle stesse stanze di Maradona nell’hotel di Posillipo che affaccia sul mare. Analogie di due campioni entrati nel cuore dei napoletani. Se il primo era il fenomeno, il secondo è un gradino sotto. Solo un gradino però. E non è un caso che sia proprio Cavani, 25 anni dopo, il primo giocatore del Napoli a vincere la classifica dei cannonieri. L’ultimo, manco a dirlo, fu Maradona.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.