La magia numero 100 per continuare a sognare lo scudetto. Edinson Cavani era già in famiglia, sulla collina del Vomero, mentre la gente davanti alla tv, ieri sera, continuava ad ammirare con il naso in su la scia strepitosa del gol di testa con cui l’uruguaiano ha evitato al Napoli la sconfitta al Franchi. È il diciasettesimo gol realizzato in questo campionato, più altri otto tra Europa League, Coppa Italia e Supercoppa di Pechino che fanno piombare il Matador a quota 25. Il suo suo segno particolare è proprio questo: lui è implacabile. Nella gara di ieri, contro la Fiorentina, ha preso al volo la prima palla decente che gli è arrivata in area. Ed ha colpito. Con spietatezza. Alla prima (e, strano ma vero) unica occasione di tutti i novanta minuti.
Dopo la gara con il Palermo di sette giorni fa era un po’ giù: è vero, il Napoli aveva vinto per le terza volta consecutiva ma lui non era riuscito a segnare. «Tranquillo che segni a Firenze», gli ha detto un amico giocandosi persino un pranzo. «Lo so, lo so», ha risposto l’uruguaiano. Bella forza: provate voi a fare una scommessa di questo genere con un bomber che dall’11 marzo del 2007, la data del suo primo gol con la maglia del Palermo ad oggi, ha segnato per l’appunto 100 gol. In 197 partite in serie A. La media? 0,51. A un passo piccolo piccolo di un gol ogni due partite. La Fiorentina è nel suo destino: erano i viola la squadra a cui per primo fece gol, in quegli ultimi giorni d’inverno di 6 anni fa. Ed è stata la Fiorentina la prima squadra a cui ha fatto gol con la maglia del Napoli. «Sapevo che avrei fatto il mio centesimo gol contro di loro», ha ammesso.
Edi sa sempre tutto. In anticipo. Lui è così. E dopo il gol a Neto, sotto la pioggia della Toscana, lui ha esultato pacato, confortato dall’esattezza della sua premonizione. È sostenuto da una fede incontrollata e dall’amore per Maria Soledad che a fine marzo partorirà il secondogenito. Un altro maschio. Un fratellino per Bautista. «Vorrei una famiglia piena di figli, ma non decidiamo solo noi queste cose…», ripete ai suoi amici più cari. Piede (e testa) che funzionano e un cuore felice compongono l’alchimia dell’ex bambino prodigio sbarcato a Napoli nell’estate del 2010 per far innamorare il San Paolo e l’Europa intera.
C’è la sua dedizione per il calcio, la sua tenacia, la sua voglia incredibile che lo hanno trasformato una una sorta di cannibale, mai sazio né di gol né di vittorie. C’è Mazzarri che, con il suo gioco e la sua preparazione, corrobora le doti del grande bomber che viene da Salto, 500 chilometri a nord di Montevideo. C’è in lui il nutrimento continuo del privato, il dono unico della famiglia. E poi quei gol che lo rendono una specie di ineguagliabile «cannibale». Vuol tirare sempre lui. I top club impazziscono. Il Real Madrid attende un cenno per precipitarsi, l’Arsenal è uscito allo scoperto. Ma De Laurentiis è stato chiaro: «Ho bisogno di Cavani, non certo di 55 milioni». La cifra non è a caso, è quanto il patron ha rifiutato a giugno. E per blindarlo ha inserito nel suo ultimo contratto una clausola anti-scippo di 63 milioni. Per portarlo via da qui lo sceicco o il milionario russo devono versare in una sola soluzione (ed entro appena 12 mesi) l’intera somma. Per intenderci, Cavani deve essere trascinato via da Napoli con pagamento cash. Chissà cosa succederà.
Anche il secondo figlio nascerà a Napoli, dove il sogno scudetto magari non è ancora così vicino ma che di sicuro non fa paura proprio a nessuno. Grande festa ieri sera alla stazione Centrale per il Matador, rientrato in treno con i compagni. «Segna ancora con noi cento gol, resta a Napoli».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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