E’ un digiuno che fa notizia ma soltanto perchè riguarda uno degli attaccanti più forti al mondo; e perchè senza i suoi gol, il Napoli non riesce a decollare. Ma quella di Cavani è un’astinenza relativa. Quattro gare di campionato ed una e mezza di Europa League senza trovare la via della rete possono anche rientrare nella norma. Persino Diego Armando Maradona è intervenuto a suo favore: «Lasciatelo tranquillo. Al Matador dico di non farsi influenzare dalle voci provenienti dalla stampa del Nord. Deve solo pensare a segnare contro la Juve» . Già, tornare al gol nella partita che può valere un campionato. Capitava anche a Maradona di finire nel mirino della critica perchè non riusciva ad entrare nel tabellino dei marcatori. Ma lui sapeva superare i momenti-no isolandosi da tutti e da tutto, allenandosi con tenacia, checchè ne dicano chi lo giudicava con superficialità, e perfezionando la mira con un addestramento maniacale per poi timbrare il cartellino alla prima occasione utile. Senza farsi prendere dalla smania. Senza badare alle critiche. E’ così che si comporta un bomber in periodi simili: rimanendo tranquillo e non farsi soggiogare dal nervosismo. «Cavani è forte ma evitate paragoni, per favore. Certo, mi piacerebbe tornare a giocare per regalargli un po’ dei miei assist» , ha detto l’ex «nino de oro» .Careca ne sa qualcosa. Ed anche Bruno Giordano o Carnevale. Come mandava in gol Maradona non c’era, e non ci sarà, nessuno. Lui pennellava le traiettorie per i compagni. O realizzava gol impossibili. Nel Napoli di oggi, invece, a Cavani tocca fare tutto da solo. E nonostante ciò sta per arrivare a quota cento reti in maglia azzurra (è fermo a 93). Nonostante il recente black out resta il capocannoniere del campionato italiano. Diciotto gol in 23 gare non sono pochi. Per non citare i sette siglati in Europa League, quello in Supercoppa Italiana e l’altro in Coppa Italia. Uno score di tutto riguardo. E poco si potrebbe imputare ad un atleta che da inizio stagione ha disputato ventisette gare tra campionato, Europa League, Coppa Italia e Supercoppa Italiana, oltre ai due impegni con la nazionale uruguaiana. Duemilaottocentoquarantadue minuti giocati.
FEBBRAIO NERO – Ma febbraio sta per andare in archivio e con lui, forse, anche l’astinenza del Matador. E’ stato il mese nero per lui che non va a segno dalla gara di Parma del ventisette gennaio. Ed è il mese in cui il Napoli ha vinto una sola gara su sei (quella con il Catania) se si considerano anche le due di Europa League. Resta evidente che se non segna Cavani (o Hamsik), gli uomini di Mazzarri non sanno più come sfondare le difese avversarie. Probabilmente a livello inconscio è venuta a crearsi nel gruppo anche la convinzione di cercare sempre e solo Cavani per cui nessuno si prende più la responsabilità di battere a rete. Tocca a Mazzarri in pochi giorni trasmettere al suo uomo di punta la serenità necessaria ed agli altri l’invito a cercare la via del gol quando si trovano in zona-tiro.
STIMOLO JUVE – L’uruguagio avverte il faccia a faccia con la Juve. Sa che i tifosi non aspettano altro che esultare per un gol all’avversaria di sempre. Quella sua tripletta nel campionato 2010-2011 nessuno l’ha dimenticata. Così come tanti ricordano ancora il suo rigore nella finale dell’Olimpico che spianò la strada per la vittoria in Coppa Italia ed infliggendo alla Juve la prima sconfitta della stagione. Ma il Matador cova sete di rivincita. Lui non ha dimenticato Pechino e forse non avrà dimenticato un cinque a zero subito dai bianconeri quando indossava la maglia del Palermo. Sta per arrivare la notte più lunga e per rompere il digiuno non poteva capitare di meglio.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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