I numeri, nella loro imponenza, non mentono mai: sessantanove reti in novantanove partite rappresentano un exploit da favola, da principe azzurro del gol; e Diego, immenso e irraggiungibile nel suo talento, è già dietro nella media ed è un pensierino (riverente) intrigante: « Il gol più bello penso sia quello segnato a Cesena; quello più difficile, probabilmente, contro il Lecce, al novantatreesimo: avevo le gambe pesanti, ma riuscii a fare un paio di dribbling e a calciare alla perfezione. Mi piacerebbe scalare qualche posizione nella classifica dei cannonieri di tutti i tempi, ma superare Maradona sarebbe un’impresa che potrei regalare ai miei figli per spiegare cosa è stato capace di fare il papà. Io intendo lasciare un segno qua, perché Napoli non dimentica. Siamo una bella squadra, possiamo far tanto, aiutare ad esempio a crescere Insigne e Vargas che sono due fuoriclasse e vanno stimolati: spero che possano diventare più forti di quello che sono. Come giocherei alla play station? Tridente Cavani, Pandev e Lavezzi e centrocampo a tre, ma con Mazzarri in panchina. A proposito, io ormai parlo anche il napoletano e capisco tutto. E ho imparato pure qualche parolaccia che però non posso dire».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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