Trentatré, trentatré, trentadue: è la somma che fa la differenza, sono quelle novantotto reti che tracciano la scia luminosa ed in quell’universo costellato da una stella, tutto il resto diviene normalità. Si scrive Cavani e si declama il gol in tutte le sue variabili: di testa, di destro, di sinistro, con le volèe, con il fisico, con il cervello, con la tecnica, sublimando un ruolo sino a diventarne l’esemplare moderno più ambito. L’uomo dei sogni di Manchester City e Real Madrid, di Bayern Monaco e di Psg, di quel mondo che gli è stato accostato, è un principe azzurro che da tre anni non s’è fermato mai e che mentre sfilano i titoli di coda di un’altra stagione magnifica ha davanti a sé il muro delle cento reti da abbattere, Maradona da inseguire, la classifica cannonieri da vincere e la Champions League da regalare a se stesso e ad una città intera, che l’osserva con il fiato sospeso.
GIOIELLO – Sessantrè milioni di euro, uno sull’altro: nulla è impossibile, ma certo la soglia che può rappresentare la separazione è distante dai comuni mortali e dagli sceicchi e rappresenta l’ultima barriera per tenere aggrappato al San Paolo un gioiello che ha rare imitazioni, la sintesi perfetta dell’attaccante ideale, un fenomeno a tutto campo che segna e marca, fa il centravanti e poi va nella propria area di rigore ad inventarsi stopper, un mostro d’efficienza e di generosità che viaggia a velocità incontrollabile e che ha in quella clausola rescissoria inserita nel contratto dell’anno scorso una barriera mica da poco. E’ Napoli-Inter e pure questa è la notte di una star che, nel personale cofanetto triennale, colmo di prodezze, sa bene cosa scegliere e perché: «Sono contento di ciò che ho fatto: ho segnato tanto, ma il gol più importante penso sia quello di Roma, in finale di Coppa Italia, perché è servito per conquistare un trofeo che mancava da anni» .
FOREVER – Il Cavani italiano è atterrato già a centosei gol in serie A, quello partenopeo è appena a due «graffi» da quota cento: le statistiche a volte sono sufficienti per raccontare i capolavori d’un marziano capace di segnare a qualsiasi avversario del campionato in corso e che nelle prossime quattro giornate di Napoli va inseguendo ulteriori riconoscimenti a futura memoria, gesta che restino impresse pure nella memoria: «Sono venuto qua per lasciare un segno» . La Champions è la vetrina irrinunciabile, il palcoscenico scintillante da offrirsi: poi, eventualmente, si vedrà quel che avrà riservato il destino, ma intanto la sua Napoli è una cartolina mozzafiato da gustarsi, promesse da spruzzare su quell’euforia collettiva: «Io i miei compagni cercheremo di ottenere sempre il massimo, di poter conquistare ciò che inseguiamo. Finché indosserò questa maglia, darò sempre il massimo» . Novantanove, cento Cavani…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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