Un digiuno così lungo lo sta facendo impazzire. Sei partite senza l’urlo del Matador. Stanchezza e calo fisiologico, Edinson Cavani s’è smarrito dopo la notte dell’Olimpico. Doppietta fragorosa e cifra tonda in campionato. Una collana di venti perle, solo che c’è ancora tanto spazio. Gliene mancano due per agguantare Antonio Vojak, primatista di reti in serie A con la maglia del Napoli. Il San Paolo spera di aiutarlo. Riflettori puntati sull’uruguaiano. Gli applausi dei 45 mila, del resto, gli mancano addirittura dal 6 febbraio contro il Cesena. Zampata iniziale, poi nulla più. E il discorso si può estendere agli altri due membri del tridente. Proprio così, a Fuorigrotta non esultano da tempo. Hamsik manca all’appuntamento addirittura dal 30 gennaio contro la Sampdoria e suona la carica: «Dobbiamo vincere. L’avversario è ostico ma non possiamo fermarci adesso. Ne abbiamo due consecutive in casa». Per Lavezzi, invece, bisogna tornare indietro al 25 ottobre contro il Milan. Cucchiaio da applausi, ma la rimonta resta a metà. Un golletto in Coppa (18 gennaio) con il Bologna, per il resto ha confermato la sua vocazione da trasferta. All’appello, dunque, mancano loro. Il Napoli ha bisogno dei gioielli di famiglia per blindare il terzo posto e continuare a sognare. La sfida, insomma, è lanciata. Cavani è pronto a raccoglierla. In settimana ha fatto le prove generali a Castel Volturno: allenamenti intensi, poi di corsa a casa perché Maria Soledad lo renderà padre tra qualche giorno del piccolo Bautista. Nel frattempo prenota le luci della ribalta. Del resto, con il Pocho al suo fianco, si sente meno solo e vuole dare un calcio (violento) alla crisi di mezza stagione. Il Cagliari, poi, è l’occasione più propizia. Dopo il tabù della Roma all’Olimpico, c’è da sfatare quello degli isolani. L’ultima vittoria al San Paolo, in serie A, risale addirittura al 1993 con prodezza di Gianfranco Zola. Ora ne serve un’altra. E quei tre “marcano” visita davanti al pubblico che li adora da troppo tempo. Mazzarri spera vivamente che possano sbloccarsi.
La Redazione
C.T.
Fonte: Repubblica
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