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Castellammare è un esempio per il calcio italiano

Freddo, equilibrato e pacato in settimana, sempre impeccabile nel look, diventa un autentico “animale” da stadio il sabato, quando in campo c’è la sua Juve Stabia. È così Franco Manniello, il co-presidente del club gialloblu. L’ansia delle ultime settimane, ma anche un pizzico di scaramanzia, continuano a tenerlo lontano dallo stadio quando la squadra è in trasferta. Lui resta a casa, segue la gara in tv, salvo poi spegnerla, come sabato scorso, nei minuti finali: «Ad un certo punto la tensione sale al massimo. E diventa difficile controllarsi. Sabato sono addirittura uscito e quasi non credevo alla notizia del 3-2 di Dicuonzo».
Il quarto posto in serie B è il massimo risultato di sempre per il club. Lui lo sa bene e continua a godersi il momento, ripensando a quel treno cui aveva fatto riferimento qualche mese fa: «Per ora siamo fermi a Pioppaino (una delle quattro stazioni della Circumvesuviana sul territorio stabiese, ndr), ne riparleremo tra qualche mese». Eppure in città tutti aspettano il suo famoso motivetto “non succede non succede, ma se succede”, diventato persino suoneria dei cellulari nell’anno della promozione: «Per quello aspetterò il cinquantunesimo punto… Scherzi a parte, stiamo andando oltre ogni rosea aspettativa ma, lasciatemelo dire con un pizzico di orgoglio, grazie anche alla programmazione di questi anni, fatta di sacrifici e tanta passione».
La Juve Stabia nella stessa cordata del Sassuolo di Squinzi, di un capoluogo come Verona, del Livorno di Spinelli e persino più avanti dello Spezia milionario di Volpi: «Abbiamo dimostrato che con le idee si può sopperire a certi gap. Godiamoci il momento, restando umili come sempre». Della sua squadra Manniello ha fatto anche un volano di riscatto per la città. Tante le iniziative di questi anni per una Juve Stabia ben radicata sul territorio, a dispetto di un territorio, leggasi imprenditoria, che nel club proprio non vuole mettere radici. «È l’analisi più giusta. Sabato entreranno con 3 euro i cassintegrati, ma le iniziative in cantiere sono tante, le proporremo nei prossimi mesi. Questa è la Juve Stabia di tutti, di Castellammare prima di tutto, poi di Giglio e Manniello».
L’altro lato della medaglia sono le multe salate che la società si trova a dover pagare quanto gioca in casa: «Personalmente quei soldi preferirei darli in beneficenza e non versarli a causa di pochi imbecilli. Comunque da sabato saranno attive tutte le telecamere della sorveglianza, al primo sputo qualcuno si ritroverà col Daspo. E se non dovesse bastare, sono anche pronto a chiudere la tribuna scoperta, quelle persone vogliono solo il male della Juve Stabia». Al futuro finge di non pensare, il patron, anche se parlando dei rinnovi di alcuni pezzi pregiati della rosa, Baldanzeddue e Scognamiglio su tutti, chiude il discorso con una frase che è tutto un programma: «Chi deve e vuole rinnovare si impegna più degli altri per meritarlo – chiosa -, siamo a novembre, c’è tempo. Poi bisogna capire anche le intenzioni della società: in fondo non sappiamo ancora in quale categoria saremo l’anno prossimo».

Gaetano D’Onofrio per “Il Mattino”

La Redazione

P.S.

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