Lo stadio San Paolo è salvo. Almeno per i prossimi 2-3 anni non si parlerà più di convenzione scaduta e di Napoli costretto ad “emigrare” chissà dove (si spera, almeno). È questa la prima e più importante notizia, che quantomeno libera i tifosi dall’assillo di questi ultimi mesi. Il fatto è che il Napoli ha rischiato non soltanto di dover emigrare altrove (si è parlato di Palermo, ma anche di Bari), ma ha anche corso il rischio di rimanere con lo stadio chiuso per le partite europee, tanto per fare un esempio. La tormentata convenzione, che scadrà a fine giugno, era il motivo del contendere. Sembra finalmente tutto ripianato adesso. I nodi cruciali sono stati sciolti: pagati i canoni arretrati in un’unica soluzione (il debito risaliva al 2006), e la società è venuta incontro al Comune non chiedendo (per ora) i soldi delle ristrutturazioni e manutenzione straordinaria, che il Napoli ha anticipato ma che il Comune dovrà prima o poi rendicontare. In questo modo De Laurentiis si è messo dalla parte della stagione, i 6,2 milioni dei canoni arretrati saranno utilizzati per il San Paolo e non solo, anche per altri impianti sportivi. La società azzurra non ha nulla in contrario, rimandando il discorso sui lavori pagati in anticipo. In cambio otterrà una proroga dell’attuale convenzione (che scade tra poco tempo) per poter formalizzare le iscrizioni al campionato di Serie A e soprattutto alle competizioni europee, che sia Champions o Europa League (questo dipenderà dal piazzamento della squadra e dall’esito di eventuali preliminari). Una volta fatto questo si potrà procedere alla successiva convenzione, che dovrà essere di uno o due anni, e che sarà presentata sul modello “Ippodromo di Agnano”. In questa convenzione toccherà al Napoli pagare i lavori di ristrutturazione, previo concordarli col Municipio. Inoltre il Comune chiederà al Napoli un piano di fattibilità per ristrutturare il San Paolo, uno a breve-medio termine, relativo agli interventi più urgenti, e che sarà inserito nella prossima convenzione. L’altro progetto, a lungo termine, riguarderà lavori più radicali, tra i quali anche la pista d’atletica (da rimuovere o rivalorizzare) e un restyling complessivo. Questo progetto dovrebbe finire nella convenzione “definitiva”, che partirà al termine di questa annuale o biennale, e che potrebbe vedere la famosa concessione “a 99 anni” tanto desiderata da De Laurentiis, o qualcosa di simile. In realtà, qualsiasi intervento dovrà essere non solo concordato col Comune, ma sarà inserito nell’ottica del San Paolo così come è adesso. Un impianto moderatamente polifunzionale, dove il calcio non è la sola espressione sportiva. Il Comune è disposto a realizzare aree di intrattenimento (tra le quali il museo sportivo del Napoli) e aprire lo stadio ai turisti, ma vorrà comunque preservare il ruolo di centro sportivo polivalente della struttura. Ecco perché per il restyling vero e proprio si andrà per le lunghe, in quanto le decisioni saranno prese comunque in in tandem. Intanto il minimo sindacale sarà fatto, e almeno questa è già una buona notizia.
Fonte: Il Roma
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