Cambiare la responsabilità oggettiva. Ad aprire il fronte provvede Giovanni Malagò, candidato alla presidenza del Coni (in contrapposizione a Raffaele Pagnozzi). Ma evidentemente qualcosa si è messo in moto nel mondo dello sport. Anche Giancarlo Abete, presidente federale, con grande cautela ammette «che vanno definite le attenuanti per fare in modo che le società virtuose, come accade nei fatti violenti, non vengano trattate come quelle non virtuose». Malagò non ha usato mezzi termini parlando a Radio Manà Manà: «Nella giustizia sportiva esistono cinquanta pesi e cinquanta misure». E ancora: «Emergono elementi inaccettabili, siamo alla fine del girone di andata e viene fuori che due giocatori saranno squalificati e che per il Napoli si prevedono due punti di penalizzazione. Così si falsa il campionato». Quindi un riferimento diretto alla situazione del Napoli: «Se un calciatore a mia insaputa fa qualcosa che non deve fare io mi ritrovo anche penalizzato. Ma io sono la vittima e oltre al danno devo subire anche la beffa». Conclusione: «Sulla responsabilità oggettiva bisogna fare una profonda analisi».
Giancarlo Abete risponde a Malagò ricordandogli che «sulla riforma della giustizia sportiva ha lavorato una commissione che è giunta anche a delle conclusioni ma abbiamo deciso di rinviare tutto a giugno 2013 perché essendo aperte molte vicende, un approfondimento ulteriore era necessario. Ma queste cose Malagò le sa perfettamente perché anche lui come me siede nella giunta del Coni». Poi c’è la questione della responsabilità oggettiva. Sottolinea Abete: «Noi ci uniformiamo a un sistema normativo internazionale e questa fattispecie esiste sia a livello Uefa che a livello Fifa. E’ vero che la questione delle scommesse ha avuto una accelerazione tale che ci ha impedito di introdurre attenuanti a favore dei club virtuosi come avviene nella violenza». Una lacuna, evidentemente, da colmare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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