Prende oggi il via l’ennesimo processo riguardante il calcio-scommesse. Stavolta sono in 58, tra club (13) e tesserati (45), i soggetti deferiti da Stefano Palazzi. Entro mercoledì verrà esaminato il filone di Cremona. Da giovedì, quello di Bari (che intanto ha disposto nuovi accertamenti su alcune partite del 2008-09). Tutte le attenzioni, però, sono incentrate su Antonio Conte. Il tecnico della Juventus è chiamato a rispondere di doppia omessa denuncia per le gare Novara-Siena e AlbinoLeffe-Siena.
C’è curiosità per capire se l’entità del patteggiamento – frutto di un accordo tra i legali del tecnico e la procura federale (3 mesi oltre ad una forte ammenda, circa 200mila euro) – riceverà l’avallo della Commissione Disciplinare. L’intesa raggiunta ha scontentato molti all’interno del pool federale e anche qualche giudice – nella riunione andata in scena ieri – ha mostrato qualche perplessità. Un patteggiamento di questo tipo, infatti, sconfesserebbe gli ultimi 5 anni della giustizia sportiva riguardo l’articolo 23. Inoltre, non bisogna andare troppo indietro nel tempo per appurare come le richieste di pena di Palazzi in materia fossero normalmente più pesanti. Leonardo Rossi, allenatore del Ravenna, per una sola omessa denuncia è stato squalificato 12 mesi lo scorso anno. E nel procedimento del 31 maggio scorso, la procura federale, sempre per una sola omessa denuncia, ha chiesto per un altro allenatore, Maurizio Sani, un anno di squalifica. Non può, dunque, non risaltare il diverso metodo di valutazione al quale segue anche un’altra perplessità dovuta al fatto che a Conte, come normalmente accade, non è stata applicata nemmeno l’aggravante di essere un tecnico.
Secondo il criterio utilizzato da Palazzi, verrebbe quantificata in 6 mesi (sanzione minima) la prima omessa denuncia, più un mese per la seconda (reato in continuazione). Con lo sconto dovuto al patteggiamento, si arriverebbe a 4 mesi e 20 giorni, ulteriormente diminuiti a 3 mesi, previo pagamento di una multa di 200mila euro (destinata alle popolazioni terremotate). Soluzione che dovrà ricevere l’ok in mattinata della Commissione Disciplinare ma che già stona con quanto riportato nella relazione della procura sia per la valenza data alla difesa di Conte – «Le motivazioni addotte – si legge nelle carte – appaiono incoerenti e prive di pregio, ove, la versione fornita da Carobbio appare più verosimile» – che riguardo l’attendibilità che gode il suo grande accusatore: «La credibilità, ripetutamente riscontrata di Carobbio, sorregge e conferisce idonea dignità probatoria».
Senza contare che non trova risposta nemmeno un altro quesito: se l’allenatore deve rispondere di omessa denuncia per la gara contro il Novara, perché i calciatori presenti nello spogliatoio del Siena ai quali Conte si sarebbe rivolto confidando che «c’era un accordo per il pari» non sono stati deferiti? Tante domande che difficilmente oggi troveranno delle risposte. Quello che è certo è che il tecnico non sarà presente in aula, visto che si troverà a Ginevra dove in serata è prevista l’amichevole tra Juventus e Benfica. L’ultima in panchina, prima della squalifica, che diventerà esecutiva da domani.
Capitolo Pepe e Bonucci: entrambi rinunceranno al patteggiamento. I motivi sono diversi. Se il centrocampista vuole prima attendere le richieste di Palazzi (e poi eventualmente cercare l’intesa), per il difensore, trovare un accordo senza avvalersi dell’articolo 24 (collaborazione, quindi ammissione) significherebbe solo ridurre al minimo lo sconto. Forse se la caverebbe con due anni, considerati comunque troppi. Inevitabile, quindi, il ricorso al processo, limitare i danni il più possibile nei due gradi di giudizio per poi giocarsi le proprie carte al Tnas.
Fonte: Il Messaggero
La Redazione
P.S.
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