«Per la Regione Campania la denominazione dello stadio è e rimane Collana». Il consigliere regionale Luciano Schifone, con delega allo sport, interviene senza mezzi termini sulla decisione del Comune di Napoli, anticipata venerdì scorso da Mario Coppeto, presidente della IV Municipalità Vomero-Arenella, di cambiare denominazione all’impianto collinare, trasformandolo in Stadio della Liberazione. L’occasione per rispondere è arrivata già ieri alla cerimonia d’inaugurazione del nuovo manto erboso del campo di calcio vomerese, che si è svolta pochi minuti prima dell’esordio in serie A della squadra di calcio femminile del Carpisa Yamamay contro il Perugia. «Il Collana è di proprietà della Regione Campania e fin quando non ci sarà una delibera o un atto formalmente idoneo della stessa Regione la denominazione non potrà certo essere cambiata – ha continuato Schifone -. Su questa storia mi sembra che si sia fatta un fuga in avanti che francamente non ho capito e non condivido. Fuga che non favorisce ma complica la situazione. Nel merito della proposta voglio ricordare che su questo impianto e attorno al glorioso nome di Arturo Collana, indimenticato giornalista sportivo napoletano, si è consolidata una storia, legata al ricordo di tante generazioni che hanno vissuto momenti belli e brutti del calcio, ma anche di tante discipline dello sport cittadino che hanno svolto attività al Vomero. Non si può in maniera superficiale abbattere questo mondo di ricordi, di sentimenti e di passioni».
La Regione, quindi, chiude all’idea di chiamare Stadio della Liberazione quello che dagli anni ’60 è per tutti il Collana. Del resto il fronte dei no al cambio di denominazione ieri è cresciuto notevolmente dopo che già venerdì l’Unione stampa sportiva della Campania, con il suo presidente Mario Zaccaria, aveva stigmatizzato in un comunicato la decisione del Comune. Anche Amedeo Salerno, presidente del Coni di Napoli, ha ribadito: «Il cambio di denominazione è un problema secondario, a mio avviso poco importante. Meglio concentrarsi sull’impresa difficile ma decisiva di migliorare gli impianti sportivi napoletani. A Napoli ne abbiamo tanto bisogno». Anche la Federcalcio campana, con il suo presidente Salvatore Colonna, si è schierata con i no: «La storia del Collana non si cambia, non ne vedo la necessità». Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex calciatore del Napoli, Vincenzo Montefusco: «Io sono cresciuto con il mito dello stadio Collana e delle imprese del Napoli di Vinicio. Sono contrario al cambio di denominazione».
Intanto, ieri proprio il Collana ha vissuto una giornata speciale. In settecento hanno salutato l’esordio del Carpisa Yamamay Napoli nella serie A di calcio femminile. È finita 1-1 in un match bello e rocambolesco, con le ragazze del tecnico Marino che passavano in vantaggio con una spettacolare rovesciata del bomber Valeria Pirone (21’) prima di essere raggiunte da Migliorini (35’), tutto nel primo tempo (anche un rigore fallito dalle umbre al 2’ con Fiorucci, ed espulsione del portiere del Carpisa Radu). Prima della partita ha tenuto banco la cerimonia inaugurale del nuovo manto erboso, alla presenza del presidente del club Lello Carlino, e dell’assessore comunale allo sport Giuseppina Tommasielli. Tantissimi ospiti illustri presenti, con il campione olimpico Max Rosolino in prima linea, uno dei testimonial di punta Yamamay e che ha confermato l’intenzione di voler continuare a nuotare ad alto livello e di non pensare ancora al ritiro. Insieme a Rosolino la cantante Monica Sarnelli (che si è esibita tra il primo e il secondo tempo del match), la show-girl Alessia Ventura e l’ex capitano della Lazio Pino Wilson, che proprio al Collana ha giocato nei primi anni della sua carriera, con la maglia dell’Internapoli.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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