«Grazie a tutti per il supporto e la comprensione. Significano molto». Il giorno dopo il fattaccio di Busto Arsizio, Boateng ha voluto ringraziare tutti su Twitter, per poi ribadire il concetto: «Non importa quale partita sia. Se amichevole, se internazionale, come la Champions, o con la propria Nazionale, ma se fatti come quelli dovessero ripetersi, io lascerò ancora il campo di gioco. L’arbitro mi diceva di non preoccuparmi, ma c’era da preoccuparsi. Non è stato bello. Ero arrabbiato ma anche triste, come è possibile che accadano certe cose nel 2013? Ho 25 anni e ne ho abbastanza».
Numerose sono state le prese di posizione in favore del centrocampista ghanese che, prima di abbandonare il campo, si era ribellato scagliando con violenza il pallone verso il settore occupato dai tifosi colpevoli degli ululati razzisti. Un gesto che non è piaciuto al sindaco della città Gigi Farioli: «Lo comprendo ma non lo giustifico. Un professionista non lo avrebbe dovuto fare, ma se anche l’errore di un professionista è riuscito a richiamare tutti sulla dignità dell’uomo, questo è provvidenziale. Boateng ha il mio abbraccio per essere stato offeso e da ora è una sorta di cittadino onorario di Busto Arsizio». Il sindaco si è anche scagliato contro i colpevoli dei buu razzisti: «Sono quattro…».
Nel frattempo, proseguono le indagini attraverso le analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza. C’è già un indagato nell’ambito dell’inchiesta aperta dal pm Mirko Monti per violazione delle Legge Mancino contro l’istigazione all’odio razziale. Si tratta di un ragazzo di 20 anni, residente a Busto Arsizio, abbonato della Pro Patria, con tanto di tessera del tifoso, ma che non farebbe parte di gruppi di tifoseria organizzata. Durante l’interrogatorio il giovane, incensurato, ha ammesso di aver partecipato ai cori dichiarando di essersi lasciato trasportare dagli amici. Secondo quando emerso dalle indagini, anche gli altri colpevoli dei cori sarebbero tutti giovani che frequentano abitualmente lo stadio. Ci sono stati altri cinque tifosi identificati.
Come risposta a questo episodio, la Pro Patria ha deciso di aprire la tribuna d’onore, fin dalla prossima partita, ai tifosi di colore. «Li ospiteremo per festeggiare insieme la gioia di una partita di calcio. Ma auspico che possa succedere anche in altre società. Forse non basterà a lavare quanto accaduto, ma questa è la nostra risposta», il pensiero di Pietro Vavassori, patron del club lombardo. Inoltre, il club e il Comune di Busto Arsizio si costituiranno parte civile nel caso di un processo.
Il giorno dopo il gesto di Boateng, è arrivato anche il commento di Silvio Berlusconi. «Ho fatto i complimenti al giocatore per la sua decisione coraggiosa. Questi episodi incivili, questi fischi e questi cori denigratori si ripetono ormai con eccessiva frequenza e offendono il calcio e lo sport intero. Anche perché di tali gesti odiosi soffrono, oltre agli atleti, le società e la stragrande maggioranza dei tifosi. Assicuro che in tutte le partite, anche internazionali, ove si verificassero episodi di questo genere, il Milan lascerà il campo. Poco fa ho chiamato Boateng e mi sono congratulato per la sua reazione». Di parere opposto Seedorf: «Boateng ha sbagliato a lasciare il campo perché ha dato importanza al comportamento di un piccolo gruppo che era allo stadio solo per fare casino. Bisognava identificare i responsabili e sbatterli fuori dallo stadio a calci così il restante 90% del pubblico avrebbe potuto godersi lo spettacolo. Abbandonare il campo serve per mandare un segnale, ma è già successo più di una volta e non credo che ciò possa cambiare più di tanto», le sue parole alla Bbc. E intanto il presidente della Federcalcio, Abete, ha chiesto un incontro urgente al capo della Polizia, Manganelli, per affrontare la questione.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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