Gigi Casiraghi arrivò al Chelsea nell’estate del’98. Alla Lazio andarono cinque milioni e mezzo di sterline, Abramovich era ancora un po’ lontano ma le risorse per gli investimenti non mancavano al club di Stamford Bridge. In quella squadra giocavano altri tre assi italiani: Zola, Vialli e Di Matteo. «Firmai un contratto di quattro anni, però rimasi quattro mesi» e affiora un leggero sorriso mentre l’ex bomber della Juve e della Lazio, vice campione del mondo con l’Italia dai Sacchi nel ’94, racconta la sua esperienza. Chiuse la carriera a 29 anni dopo il gravissimo infortunio al ginocchio in una partita del Chelsea contro il West Ham, altro club di Londra: il rischio di perdere la gamba, dieci interventi chirurgici, un dramma.
In quattro mesi la conquista della Supercoppa europea e l’addio al calcio: che cosa resta dell’esperienza al Chelsea?
«È stata una grande esperienza di vita perché anche le cose negative aiutano a crescere. Ero arrivato con grande entusiasmo, consideravo quella una grande tappa della mia carriera, purtroppo andò così. Sono rimasto legato all’ambiente del Chelsea, vado ancora a vedere le partite perché il calcio inglese è affascinante e quello è un top club».
È in crisi, però: Villas-Boas rischierebbe la panchina, si sussurra la possibile promozione del vice Di Matteo.
«Magari andranno in panchina lui e il mio amico Zola… Scherzo, proprio non so cosa dire. Abramovich è un personaggio che ha sempre sorpreso in un senso o nell’altro ed è chiaro che il Chelsea si gioca la stagione nelle due sfide di Champions contro il Napoli».
In estate pochi avrebbero scommesso sulla qualificazione degli azzurri agli ottavi.
«Il Napoli l’ha ampiamente meritata e adesso se la gioca alla pari con il Chelsea. I giocatori di Villas-Boas hanno esperienza superiore, però attraversano una fase particolare, come dimostra anche l’ultima prestazione contro il Birmingham in Fa Cup, e quindi il Napoli può approfittarne. I Blues stanno giocando male, faticano a conquistare risultati positivi».
Da cosa dipende? Troppo giovane l’allenatore, il trentaquattrenne allievo di Mourinho, o troppo anziani alcuni giocatori?
«È la somma di alcuni fattori a determinare certe prestazioni. Il dato che più risalta all’occhio è l’età di alcuni giocatori che hanno scritto la storia del Chelsea. Ma il Napoli deve diffidarne: hanno classe e orgoglio, in partite così possono salvare la stagione e sarebbe un guaio sottovalutarli».
Prima partita in casa per il Napoli: quanto vale la sfida del San Paolo?
«Bisogna fare attenzione a non prendere gol. Gli ultimi risultati di campionato sono confortanti per il Napoli, peraltro io già lo avevo visto in ripresa contro il Milan due settimane fa».
Si era inceppato e adesso ha ripreso a correre: com’è stato possibile in pochi giorni?
«Il Napoli ha caratteristiche molto chiare. È una squadra da corsa, quindi deve stare bene sotto l’aspetto fisico: la condizione è determinante».
Come la forza del suo trio d’attacco.
«I numeri di Cavani sono straordinari, a livello internazionale pochissimi raggiungono quel livello, al di là degli stratosferici Messi e Cristiano Ronaldo. Ma in una sfida da 180 minuti raramente c’è un calciatore-chiave: è la squadra che decide».
Nel Napoli mancherà un uomo-chiave: Mazzarri è stato squalificato per i due match con il Chelsea, quanto peserà la sua assenza in panchina?
«L’allenatore è importante prima, durante e dopo. Al Napoli mancherà il “durante”, però lo staff tecnico è di altissimo livello. Non credo che l’assenza di Mazzarri possa incidere più di tanto. D’altra parte, ci si arrangia sempre per le comunicazioni…».
Da cinque stagioni De Laurentiis punta su giovani di qualità, però quasi mai italiani: da ex ct dell’Under 21, che ne pensa?
«Per i giovani italiani è più difficile raggiungere la prima squadra. E poi d’altra parte servono tempo e pazienza per rendere solido e forte un vivaio. Ma il Napoli ha un calciatore giovane di alto livello, in prestito al Pescara: Insigne mi piace, al primo campionato in B sta facendo benissimo ed è tra quei ragazzi con le maggiori prospettive di crescita».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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