A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show è intervenuto Giancarlo Caselli ex membro del Consiglio Superiore della Magistratura ed ex Procuratore della Repubblica al Tribunale di Palermo:
“Quello del giudice è un mestiere difficile, perché quando si decide si scontenta sempre qualcuno. Metà della cosiddetta utenza: ad esempio, pensiamo ad un incidente automobilistico o due genitori che si contendono l’assegnazione di un figlio. Questo lo riscontriamo nel caso delle due sponde opposte: questa faccenda di Juventus-Napoli spacca l’Italia, stessa cosa per Verona-Roma. Ed io, come malato granata, la dico per Torino-Lazio, con la storia dei tamponi in parte fatti ad Avellino, in parte fatti a Roma, con il coinvolgimento della Giustizia ordinaria. Sempre casi che sono destinati a scontentare metà dell’utenza. Sono stato magistrato per 50 anni: rispetto assoluto per le sentenze tutte. C’è possibilità di terza istanza per il Napoli ed anche ricorso alla Giustizia ordinaria. Le norme sul Covid sono confuse e ballerine, in particolare in Italia. Poi, ci sono gli incroci di competenze: c’è stata una linea di grande severità, sia per il Napoli, sia per la Roma. Il Torino è stato condannato a 3000 euro di multa per tre minuti di ritardo nell’ingresso in campo. Juventus-Napoli: personalmente avrei preferito che fosse stata decisa la partita da giocare. Perché mi sembra una decisione più equa, meno drastica ed autoritaria, più di mediazione. Altrimenti, ci tiriamo dentro una zavorra per tutto il campionato. Non è un bene per il campionato. Le parole della sentenza sono molto forti, parole pesanti. Manca una risposta nella sentenza: quale vantaggio a non giocare quel giorno, questo manca nella sentenza secondo me. Il Napoli non aveva interesse a non giocare. Parlare di preordinazione mi sembra eccessivo”.
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