Si va a Is Arenas, stadio piccolo e nuovo, acciaio e prefabbricati, oltre la bella spiaggia cagliaritana del Poetto, lontano dal Sant’Elia, lontanissimo dallo storico Amsicora dello scudetto 1970 ai tempi di Gigi Riva. Si va anche contro un Cagliari rivitalizzato dalla coppia Pulga-Lopez, sette partite, 14 punti, gli ultimi squilli a San Siro contro l’Inter (2-2). Una trasferta dura per il Napoli privo di Cavani squalificato e dell’infortunato Pandev.
Un confronto da vincere a centrocampo dove il Cagliari esprime il meglio con Conti più dietro e Cossu più avanti, ai lati Dessena e Nainggolan (4-3-1-2), e due attaccanti veloci, il gioiellino Sau, piccolo e sgusciante, già ammirato quando giocava con la Juve Stabia (4 gol come Hamsik), e il brasiliano Nenè. Il cileno Pinilla, grande opportunista, e il colosso colombiano Ibarbo pronti ai cambi.
Cagliari pericoloso perché sa essere veloce, si raggruppa e scatta, corre sulle corsie, triangola a tutto campo e, in panchina, ha alternative interessanti. Cinque rigori a favore (due soli realizzati!) confermano la notevole effervescenza e una dichiarata pericolosità degli attacchi cagliaritani nell’aria avversaria. Il “trucco” sono le sponde per i centrocampisti che vengono avanti per battere a rete. Il Cagliari è sollecito nelle ripartenze. Rubata palla, la squadra si distende con ampi passaggi a tagliare il campo. Guai a farsi superare nella zona mediana. In ogni caso, la manovra bene orchestrata dei cagliaritani porta pochi gol (quattordicesimo attacco della serie A), la metà messa a segno nelle ultime quattro partite (7 reti sulle 13 totali).
L’incognita del Napoli sta in attacco dove ci sarà solo il titolarissimo Insigne visto che Pandev non ce l’ha fatta a recuperare. Ci sarebbe stata l’opportunità di vedere finalmente Vargas dal primo minuto in campionato ma Mazzarri non se l’è sentita di chiamarlo inizialmente in causa. Offensiva da palla a terra, affidata a una maggiore rapidità di Inler e al genio di Hamsik, aperture immediate sugli esterni per le corse di Maggio, che si spera più propositivo, e Zuniga, che si spera meno ballerino di tip-tap. Sembrano armi leggere contro un Cagliari robusto non solo agile.
Determinante il controllo di Cossu, che giocherà tra le linee e farà molto movimento, e di Conti che imposta dalle retrovie. Per Behrami e Inler due avversari da mettere sotto, bloccandoli e contrattaccando con rapidità, senza girotondi e senza portare palla, allunghi immediati sulle corsie oppure palla a Dzemaili per le percussioni centrali. Sarebbe stato necessario il movimento continuo delle punte per aprire la difesa sarda. Pandev avrebbe potuto far “salire” la squadra, tenere palla, giocarla di abilità. Purtroppo anche lui è rimasto a casa. Insigne dovrà fare la prima punta con il chiaro intento di centrare il bersaglio. Hamsik deve assisterlo e Zuniga deve sovrapporsi perché sul campioncino azzurro saranno puntuali i raddoppi.
Il Napoli è tornato a vincere in trasferta (4-2 al Genoa) dopo averne bucate due di seguito, ha perso il passo al San Paolo (due pareggi di fila), si è tolto positivamente il “pensiero” dell’Europa League. Può dedicarsi al campionato con maggiore determinazione. Fra due settimane c’è l’appuntamento con l’Inter a Milano dopo il mezzogiorno di cuoco col Pescara (domenica 2 dicembre alle 12,30). Bisogna arrivare alla sfida milanese nelle migliori condizioni di forma e di risultati. La classifica è aperta ad ogni avventura (pari della Fiorentina dopo 5 vittorie consecutive) a patto che un Napoli ben concentrato, senza distrazioni difensive e con buona personalità a centrocampo superi questa trasferta sarda che sul campo potrà risultare più impegnativa di quanto già si annunci sulla carta. Il Cagliari è formazione di ardimento. Se imbrocca la giornata può fare soffrire chiunque giocando molto sulla corsa che il Napoli gradisce poco.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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