Due pareggi consecutivi al San Paolo. Napoli beffato nel finale dal Torino e rimontato dal Milan (altri due punti persi nel finale). La squadra azzurra, in mancanza di palleggiatori in grado di fare possesso-palla e gelare il gioco, conferma di non sapere gestire le partite. O attacca o subisce. Vittorie in pugno contro Torino e Milan, vittorie sfumate. Peccato. Sabato sera c’era il pienone al San Paolo (52mila spettatori, oltre un milione e mezzo di incasso). Il Milan in crisi faceva pregustare un franco successo e un balzo in classifica.
Il Milan ha fatto la partita, ha tirato 14 volte e fallito tre opportunità con Montolivo, El Shaarawy e Boateng. Il Napoli ha tirato sette volte, fallendo clamorosamente il bersaglio con Cavani, due volte, e Hamsik. Mentre i rossoneri facevano correre la palla in orizzontale, il Napoli verticalizzava. La situazione ideale per colpire. Sul 2-1, però, gli unici due lampi di Cavani venivano spenti da Abbiati (dopo i due generosi regali sui gol di Inler e Insigne). Clamoroso il 3-0 mancato dal Matador sull’assist “altruista” di Insigne, poteva essere la fine del match.
Sprecando tanto, il Napoli ha pagato nel finale rimanendo basso per lungo tempo, senza più profondità e con gli attaccanti che non tenevano più un pallone facendo ripartire gli avversari. Contro il Milan dei tre attaccanti, due larghi sulle fasce (Boateng e El Shaarawy), il Napoli ha retto arretrando gli esterni, difesa a quattro e anche a cinque, ma dal lato di Zuniga (al rientro dopo l’infortunio) si aprivano continui “buchi” e, a centrocampo, gli azzurri perdevano il controllo della zona pressati dal gioco insistito dei milanisti quasi sempre in superiorità numerica con l’avanzamento costante del terzino De Sciglio e il gran lavoro di Bojan che arretrava. Anche Boateng e El Shaarawy si sacrificavano a sostegno del centrocampo. Meno incisivi i rientri di Cavani e Hamsik (in copertura si dava più da fare Insigne). Si è avvertita l’assenza di un incontrista come Behrami (squalificato) e Inler, che cominciava alla grande, si appassiva nella solitudine di unico combattente (impalpabile l’impiego di Mesto al 65’ con la rinuncia a Insigne e in ritardo la sostituzione dell’inconcludente Zuniga con Dossena all’87’).
E’ apparso appannato Cavani e non al meglio Hamsik. Avevano giocato in Europa con le loro nazionali tre giorni prima. I giramondo del Milan erano in panchina e quelli in campo (Montolivo e El Shaarawy) avevano giocato a Parma, viaggio meno stressante. Si cerca di spiegare il pareggio di sabato sera, ma, obiettivamente, anche un Napoli in condizioni non brillanti non doveva sprecare il doppio vantaggio peraltro acciuffato con poca fatica (senza contare le quattro occasioni-gol). Un errore in difesa (Campagnaro) ha consentito a Shaarawy di firmare il pareggio e la doppietta personale di nuovo capocannoniere del campionato, ma il “peso” del 2-2 ricade sugli attaccanti (Cavani e Hamsik) poco lucidi nelle conclusioni.
C’era da difendere il secondo posto (-1 dall’Inter e +2 sulla Fiorentina) che è il traguardo più realistico degli azzurri. L’Inter è rimasta a tiro (+1), ma sopraggiunge una Fiorentina gagliarda e straripante (5 vittorie consecutive, ora alla pari del Napoli a quota 27). Resta a quattro lunghezze la Lazio. I punti persi malamente al San Paolo pesano: con quattro punti in più il Napoli sarebbe ora secondo a un passo dalla Juve e con +3 sull’Inter. E’ andata male. Amen.
Si torna in Europa League, quinta giornata del girone di qualificazione ai sedicesimi. Giovedì trasferta a Stoccolma contro l’Aik che sembra la formazione meno dotata. Cavani che, squalificato in campionato, salterà la prossima partita a Cagliari, dovrebbe giocare in Svezia. Dovrebbe esserci anche Insigne. Col Dnipro impegnato duramente a Eindhoven, sarebbe opportuno uno scatto degli azzurri. Il passaggio del girone ridurrebbe le delusioni in campionato. L’Europa League è un bel torneo, meglio crederci per andare avanti.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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