Si gioca per il secondo posto, senz’altre fantasie. Il Milan battendo ieri sera la Lazio (3-0) è ora terzo, più vicino (-5) al Napoli che dovrà fargli visita a San Siro a metà aprile. La Lazio scala a -6, l’Inter è a -9 (gioca oggi). Pariamo i colpi degli inseguitori già da domenica prossima cercando di cavarcela contro il Chievo, trasferta sempre ostica (tre sconfitte nelle ultime quattro partite a Verona).
Il sogno-scudetto si sgonfia. Ancora undici partite, 33 punti in palio, il campionato non è aritmicamente chiuso. Ma l’impressione è che la Juve l’abbia messo sotto chiave col pareggio al San Paolo. Restano le sei lunghezze di vantaggio dei bianconeri sul Napoli e la vittoria nel confronto diretto a Torino che peserebbe su una fantasiosa classifica finale a pari punti. Oilà! La Juve è squadra, sa come gestire le partite, quando andare d’impeto e quando raccogliersi. Contro il Napoli i cursori esterni Lichtsteiner e Peluso (preferito ad Asamoah perché più difensore su Maggio) si sono visti poco perché sulle fasce la Juve è arretrata per “spegnere” Maggio e Zuniga. I due esterni bianconeri sono stati spesso in linea con i tre difensori. Quando il Napoli è migliorato a centrocampo (ingresso di Dzemaili per l’infortunato Britos), la Juve ha scavalcato la zona con i lanci di Bonucci. Ma ormai badava solo a difendersi. Nella zona centrale Behrami ha cancellato Marchisio col solo errore di non far “velo” a Pirlo in occasione del cross per il gol di Chiellini; Inler è stato disastroso nella costruzione del gioco, molti errori, molta libertà concessa a Vidal, ma poi ha scoccato il tiro dalla distanza per il pareggio. Chiellini ha cominciato su Pandev, facendogli passare la voglia di giocare, poi si è trasferito su Cavani in un duello aspro e falloso (il “rosso” era per entrambi). La Juve è stata attenta su ogni mossa. Poteva vincere 2-0 nel primo tempo, poteva perdere 2-1 nel finale quando Dzemaili l’ha graziata a porta vuota. Mancando l’apporto offensivo di Cavani (solo un colpo di testa nello specchio), Hamsik solitario trascinatore non ha trovato il terminale da innescare per il colpo decisivo e lui stesso non ha avuto fortuna in un paio di conclusioni (bravissimo una volta Buffon).
La differenza è che la Juve è una formazione super-collaudata e tutti giocano la palla con padronanza tecnica e schemi precisi. Il Napoli non ha la stessa sicurezza, la stessa qualità tecnica media e la stessa serenità. Soffre negli appuntamenti importanti. Ha fallito due volte contro la Juve, non ha battuto il Milan, è stato sconfitto dall’Inter, ha messo sotto solo la Lazio (3-0 e 1-1). Soddisfazioncella: il Napoli di De Laurentiis è imbattuto al San Paolo con Madama: 4 vittorie, 3 pari in sette confronti.
E’ vero che la Juve pagherà dazio per l’impegno europeo, ma non si squaglierà del tutto. In ogni caso il Napoli dovrebbe vincere sempre (Mazzarri si augura un filotto di cinque vittorie!). Il calendario dispensa difficoltà varie ed eventuali ad entrambe le formazioni. Il Napoli ha frenato, questa è la realtà. Tranne rare eccezioni, le squadre fanno meno punti nel girone di ritorno. Se confrontiamo le prime otto giornate del girone discendente con quelle dell’andata, il Napoli ha fatto 5 punti in meno (19-14), la Juve 7 (22-15). Fra le formazioni di testa, solo il Milan è migliorato (+11), ma aveva iniziato disastrosamente (7 punti nelle prime otto gare). Da quando è tornato in serie A, il Napoli in cinque stagioni è migliorato solo due volte nel girone di ritorno (+2 punti nel torneo 2007-08, +3 nel 2011-12). Detiene attualmente la più lunga serie positiva (dieci partite, 20 punti, ne ha lasciati per strada dieci nei cinque pareggi). Solo altre due squadre sono rimaste imbattute per dieci turni quest’anno, ma la Juve realizzò28 punti e la Lazio 24. Correvano più del Napoli.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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