Con pazienza e il minimo sforzo, la Juve abbatte il “muro” del Siena (3-0). Gol fortunoso di Lichtsteiner nel primo tempo (30’), raddoppio di Giovinco nella ripresa (74’) e gol finale di Pogba (89’). La Juve sfrutta il turno casalingo e allunga di nuovo in testa costringendo il Napoli (-7) a un affannoso inseguimento se, nel golfo, si vuol credere ancora al sogno scudetto. L’impressione è che la Juve stia volando verso il bis tricolore.
E adesso che cosa vuol fare il Napoli senza più coppe, né in Italia, né in Europa, libero e bello per dare tutto in campionato, secondo posto da tenere stretto? Mazzarri dice che, dopo ogni debacle, la squadra rialza la testa. A furia di rialzarla rischia il torcicollo ed è quello da evitare a Udine nel singolare posticipo del lunedì, solo quattro giorni prima della sfida con la Juventus al San Paolo. Ma non è solo la testa che bisogna rialzare.
Il Napoli non vince dal 2 febbraio, due pareggi in campionato e due sconfitte in Europa, e da tre partite non mette a segno la miseria di un gol, Cavani è a secco da cinque turni. Al Friuli sarà anche una sfida fra belli addormentati nel bosco. A Di Natale il gol manca addirittura da due mesi, però in casa l’Udinese non fa sconti, concede poco (4 pareggi, una sconfitta) e da quattro turni va a pieno regime (quattro vittorie al Friuli).
Trasferta più che insidiosa dopo il via-vai Napoli-Plzen-Napoli-Udine. Otto azzurri saranno reduci dalla neve ceca (quattro giocarono solo nella ripresa). Dopo le audacie contro il Viktoria (4-3-3, 4-2-4) per cercare una rimonta impossibile, che un’altra scialba prestazione ha fallito sul campo, si torna al modulo più collaudato sperando che Hamsik si sia ripreso dalla febbre e dallo choc della rapina, che Cavani torni Matador e che Maggio e Zuniga riprendano a volare sugli esterni come non succede da tempo, altrimenti nessun modulo vale per la vittoria. C’è Inler, dagli alti e bassi deplorevoli, che ritorna per la seconda volta a casa e non si sa l’effetto che gli fa. L’anno scorso, dopo avere sbagliato un rigore, Cavani acciuffò il pareggio (2-2) con una doppietta negli ultimi dieci minuti.
L’Udinese schiera un centrocampo a cinque con due esterni che vengono avanti (Basta e Pasquale) e proprio Zuniga e Maggio avranno il loro daffare per spostare l’equilibrio della partita sulle fasce. Gravitando sul lato sinistro dell’attacco friulano, Di Natale sarà probabilmente il “cliente” di Campagnaro. Un tormento sarà Muriel tra le linee, Cannavaro aspettandolo e forse Britos andando a dargli la caccia al largo. Se Allan (assente Pinzi) farà da pilota all’Udinese è prevedibile che Behrami vada a mordergli le caviglie (e toccherà anche ad altri vista la generosità del kosovaro ad andare in pressing sui portatori di palla). Inler e Hamsik, se in serata di grazia dovrebbero preoccupare molto Badu e Pereyra. Dovrebbe esserci Insigne con Cavani contro la difesa a tre dell’Udinese. L’offensiva azzurra, se vorrà avere successo, dovrà essere veloce e con più uomini a sostegno delle punte.
Così abbozzata la “lavagna” della partita, tutto poi sta nella testa e nei garretti degli azzurri, nella loro effettiva capacità di rialzare la testa, nella voglia e nelle possibilità di non presentarsi “nudi” al match con la Juventus rispondendo al pienone annunciato al San Paolo con i bianconeri non proprio a tiro.
Il Napoli non ha mai avuto vita facile a Udine (quattro vittorie in trenta occasioni, il pareggio come risultato più ricorrente) e non ne avrà neanche stavolta. Non aspettiamoci grandi cose.
Intanto, mentre De Laurentiis, con una uscita improvvida, dichiara la sua resa se Mazzarri e Cavani volessero cambiare aria a fine stagione, ecco il nuovo sceicco della Roma che punta gli occhi sull’allenatore del Napoli. Ci mancavano queste altre turbative per andare avanti aggiungendo altri problemi.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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