Lo stadio è okay per l’Uefa, speriamo anche il Napoli alla quarta partita di Europa League stasera al San Paolo contro il Dnipro, capolista del girone a punteggio pieno, con gli azzurri attardati dalle due pesanti sconfitte esterne consecutive (un gol segnato contro sei subiti sui campi del Psv e dello stesso Dnipro). In pratica siamo alla sfida decisiva per non abbandonare l’Europa. Nelle precedenti partite non ha funzionato il turn-over integrale col campionato unico pensiero in testa. Ora tocca correre ai ripari, compito sempre angoscioso, per il buon nome del Napoli e per i pochi spiccioli dell’Europa League, un tesoro però per gli ucraini del Dnipro che non fanno gli choosy, gli schizzinosi, come direbbe il ministro Fornero, anche un gruzzoletto di euro gli fa comodo e vogliono proseguire la corsa (qualificazione ai sedicesimi a portata di mano).
Pesantemente staccato in campionato dallo Shakhtar Donetsk, in testa con 12 punti di vantaggio, il Dnipro al secondo posto, due lunghezze avanti alla Dinamo Kiev, culla anche il sogno della qualificazione ai preliminari della prossima Champions. Per dire che è formazione agguerrita, che ci sta dando sotto, come il Napoli ha provato duramente due settimane fa, e non verrà in gita al San Paolo, spianerà anzi grinta e tecnica. In patria, ultime tre uscite, viaggia alla media di due gol a partita senza subirne nessuno e, in Europa, è imbattuto da sei gare.
All’andata, 3-1 per gli ucraini. Il Napoli li avvantaggiò in pochi secondi col pasticcio difensivo che mise subito la gara in salita. Nella ripresa, non bastò la furia agonistica di Cavani (un palo, un rigore, una prodezza del portiere Lastuvka, corazziere di 1,91) per rimediare al passivo dei tre gol. Stasera Cavani ci sarà dall’inizio, in tandem con Vargas, e sarà un’altra danza.
La formazione del Dnipro sarà la stessa di quattordici giorni fa. Mazzarri ritocca il Napoli-bis con l’impiego del Matador dal primo minuto, Inler a centrocampo, Campagnaro e Aronica in difesa. Alle sette “seconde linee” superstiti del naufragio a Dnipropetrovsk il compito di riscattare la trasferta ucraina.
Dopo averlo visto “in diretta”, il Dnipro è carta meglio conosciuta, come diciamo a Napoli. Difesa non proprio imbattibile (però un eccellente portiere), centrocampo tecnico con le “pennellate” del brasiliano Giuliano, uno che viene avanti per il tiro, gioco sulla fasce con Fedetskiy e Matheus e le sovrapposizioni dei difensori esterni (sarà assente il mancino Strinic, infortunato, che all’andata diede parecchio fastidio). La difesa azzurra ha ampiamente esaurito il bonus delle distrazioni e il match è tutto qui: se la difesa tiene, la vittoria è a portata di mano. Il croato Kalinic è il punto terminale della manovra ucraina, fisicamente possente (1,87), ma Fernandez (1,89) ha risorse fisiche adeguate per bloccarlo.
La vittoria è indispensabile non solo per restare in corsa in Europa, ma soprattutto per dare un taglio all’ottobre nero (6 partite, 4 sconfitte fra campionato e coppa). L’ambiente attende un segnale di ripresa, ma sarà partita dura contro i migliori del girone che faranno palleggio e puntate improvvise verso la porta azzurra. Un avversario che farà soffrire un Napoli che dovesse risultare incerto e lento. Ci vuole una squadra determinata, non è più tempo di esperimenti. Il Napoli-bis ha detto tutto di sé nel bene e nel male. Tocca ai titolari di rinforzo riportarlo a galla nel segno del Matador.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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