Tornare belli in campionato col terzo posto da difendere dall’arrembante Fiorentina (-2) e un occhio più su (l’Inter a 4 punti, la Juve a 5). Il Napoli gioca a Marassi contro un Genoa dissestato che ha bisogno di punti, terzultimo, tre sconfitte secche per Delneri dopo avere preso il posto di De Canio. Il giocattolo del presidente Preziosi (contestatissimo), montato e rimontato, non funziona più. Però Marassi è sempre una tana, cuore pulsante del tifo genoano, uno dei più appassionati d’Italia, stadio caldissimo a ridosso del campo di gioco, pressione vibrante. Sinora una tana “amara” per il Genoa, rifondato per l’ennesima volta e alla ricerca di una identità di squadra, che in casa ha già dilapidato 13 punti su 18, vincendo la prima partita e non vincendone più una dal 26 agosto, quasi tre mesi di digiuno, un paio di pareggi, le rese incondizionate a Juve (1- 3) e Roma (2-4), l’ultima sconfitta con la Fiorentina (0-1). Il Napoli troverà un clima da ultima spiaggia. Sarà un match caliente in cui il Genoa giocherà da formazione guerriera. Sarà aggressivo e disperato. Tenerlo a bada sarà il compito di un Napoli ben coperto e pronto a colpire in replica. Dopo l’Europa League, col colpo di coda contro il Dnipro, Mazzarri ricompone la squadra titolare, unico assente Zuniga (indisponibile). Torna la difesa titolare con Gamberini confermato a sinistra. Torna il centrocampo con Maggio e Behrami, risparmiati contro gli ucraini. Dubbio finale: Insigne o Pandev dall’inizio con Cavani, il goleador assoluto. Non mancheranno le giocate magiche di Hamsik per qualsiasi impresa. Il 4-3-3 del Genoa si annuncia tattica di assalto. Ciro Immobile di Torre Annunziata, uno dei “gioielli” del Pescara di Zeman, ha fisico e grinta, buona tecnica in corsa e tiro rapido e secco. Per Cannavaro un avversario duro da contenere. Occorrerà “murare” le conclusioni dalla distanza di Jankovic e di Kucka. Bisognerà essere “svegli” sulle fasce dove il Genoa verrà avanti con i difensori esterni Sampirisi e Antonelli. Battaglia annunciata a centrocampo contro il terzetto genoano variamente assortito (il kazako Merkel, l’ungherese Tozser dal magico piede sinistro, lo slovacco Kucka) spalleggiato dal rientrante Bertolacci. All’attacco il Napoli dovrà giocare di abilità più che di forza avendo poco peso. Insigne a sinistra garantirebbe di tenere larga la difesa ligure (perciò preferibile a Pandev dall’inizio) con Maggio a destra. I due esterni del Napoli saranno determinanti, mentre nel cuore della difesa genoana Cavani e Hamsik troveranno combattenti di vaglia nello svedese Granqvist e in Moretti. Si giocherà soprattutto sul filo degli errori da evitare. La squadra che perderà meno la palla, la squadra più veloce e precisa nel giocarla in ripartenza, la squadra che non si distrarrà in difesa potrà gestire il match e determinare il risultato. Sarà essenziale il contributo di Hamsik nel cuore del gioco, recuperi a centrocampo e contropiede rapido, l’arma letale degli azzurri. Nella zona mediana del campo, il Genoa può anche giostrare con cinque giocatori arretrando gli esterni d’attacco Jankovic e Bertolacci, quest’ultimo più centrocampista che attaccante. Sarà in tutto e per tutto un match di lotta e sacrificio. Il Napoli punta al risultato pieno (una vittoria nelle ultime quattro partite) sullo slancio della straordinaria notte col Dnipro. Ma non basterà Cavani. Ci vorrà un’intera squadra disposta a battersi allo spasimo. Attenzione ai cartellini gialli. Sono sotto diffida Cavani, Inler e Behrami. Dopo il Genoa ci sarà il Milan al San Paolo (sabato sera). Battere il ferro dell’entusiasmo finché è caldo.
La Redazione
M.V.
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