Siamo col sedere per terra. Quattro sconfitte consecutive, 10 gol incassati, 5 dal solo Bologna titolari e riserve. Tira brutta aria nel Napoli e, se non arriva una scossa, il peggio non l’abbiamo ancora visto. Bruciata due volte dal Bologna in quattro giorni, campionato e Coppa Italia, con quale animo la squadra azzurra, per giunta retrocessa dalla Disciplinare al quinto posto, giocherà domani pomeriggio a Siena? Il Siena ha fatto soffrire la Lazio prima di esserne eliminato dalla Coppa Italia solo ai rigori. Iachini in panchina al posto di Cosmi. Sembra un’altra storia.
Siena ultimo in classifica con la grinta dei disperati mentre il Napoli sembra abbia perso l’anima. C’è un calo collettivo, titolari e rincalzi. Mai successo con Mazzarri. La squadra si è seduta. Non è possibile che sia successo perché lo scudetto è volato via, perché è arrivata la sentenza della Disciplinare, perché il modulo con i due esterni non funziona più. Ci deve essere dell’altro se l’ex anti-Juve si fa giocare dai Primavera del Bologna, partita secca, qualificazione di Coppa per giunta nelle vesti di detentori del trofeo.
Si mettono in conto le palle-gol sprecate contro l’Inter e contro le due versioni del Bologna che, se realizzate, avrebbero prodotto risultati diversi, ma s’è perso il gioco, che sembrava scintillante, s’è persa ogni geometria, gli errori individuali moltiplicano i disagi e i limiti di ogni reparto. Non può essere solo questione di preparazione. Non è solo questione di condizione fisica. E’ il Napoli che non crede più a se stesso e che non sa più camuffare le proprie debolezze . Gli avversari le sgamano subito e passano all’incasso.
La penalizzazione in classifica e le squalifiche di Cannavaro e Grava avrebbero meritato una furiosa risposta sul campo. Era meglio dedicare ai due giocatori una bella vittoria piuttosto che mostrargli una maglietta di solidarietà che è risultata persino patetica nella notte dell’eliminazione in Coppa Italia.
Un vertice De Laurentiis-Mazzarri è urgente. Dal sito del Napoli si apprende poco. Sfortuna, palle-gol buttate al vento, squadra che deve farsi benedire. Il silenzio-stampa accresce dubbi e sospetti. Il Napoli si nasconde in attesa di una risposta propizia sul campo. Se non dovesse venire da Siena, la crisi sarebbe “ufficialmente” aperta con grossi rischi per il presente e un futuro ancora più nero.
E’ il momento più delicato della gestione De Laurentiis, forse neanche paragonabile al clamoroso tonfo nel girone di ritorno del campionato 2008-09 che portò alla sostituzione di Reja con Donadoni. Allora era una squadra con Navarro, Blasi, Pià, Datolo, Mannini, Russotto, Rinaudo appena sostenuta dai gol di Hamsik e Denis e dalle serpentine di Lavezzi, una squadra rivitalizzata l’anno dopo con l’arrivo di Mazzarri (De Sanctis e Quagliarella) che riuscì a risalire dal dodicesimo al sesto posto grazie alla grinta del nuovo tecnico.
Si allenta qualcosa, o addirittura qualcosa si rompe, dopo quattro anni con la medesima guida tecnica? Assuefazione, mancati potenziamenti, scontri caratteriali, incomprensioni, traguardi irraggiungibili? Se escludiamo l’allenatore del Cittadella, Foscarini, da otto anni sulla panchina della squadra veneta, non ci sono allenatori di più lunga durata nello stesso club (Allegri, Guidolin, Mandorlini al Verona sono al terzo anno). E il Napoli, tenendo fermi Cavani, Hamsik, Insigne, è una squadra da “aggiustare” subito e da rifondare in futuro? In realtà, non si vedono sul campo i 250 milioni che De Laurentiis ha detto di avere speso finora. Dalla panchina sono da valorizzare El Kaddouri, Roberto Insigne, Fornito e chi altri mentre “evaporano” Vargas, Fernandez, Uvini, molti della “vecchia guardia” recitano ormai la parte di Gloria Swanson sul viale del tramonto, Inler non mette mai la maschera del leone e c’è il problema del secondo portiere.
Siamo ai famosi nodi che vengono al pettine così ben pettinati da Mazzarri fin quando la sua guida, moduli di gioco a parte, ha dato al Napoli una bella testa, riccioli e solida permanente, da guadagnarsi la Champions. Però è vietato affondare da parte di giocatori che puntavano molto in alto. Però una panchina di rincalzi di maggiore consistenza e qualità è urgente. Però un po’ più di grinta e coraggio ci vogliono. Però, però. Da Siena un segnale che non tutto è perduto tranne la Coppa Italia e lasciamo stare altre ambizioni vertiginose.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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