Quando Ashley Cole ricaccia sulla linea della porta di Cech la conclusione perentoria di Maggio sull’assist di Hamsik, nella notte di passione al San Paolo (21 febbraio), evitando al Chelsea di incassare il quarto gol nel match di andata degli ottavi di Champions che finisce 3-1 per gli azzurri, le stelle girano tutte e favore della squadra inglese, che fila fino al titolo europeo, e bloccano il Napoli che a quella partita arriva sullo slancio del secondo posto nel girone di ferro delle qualificazioni perdendo solo e in trasferta dal Bayern Monaco dopo avere sistemato il Manchester City (un pareggio e una vittoria) e il Villareal (battuto in casa e fuori).
Il 3-1 del San Paolo (due gol di Lavezzi, uno di Cavani) resiste nel match di ritorno allo Stamford Bridge, dove segna Inler, per 105 minuti, poi Ivanovic sigla il 4-1 per il Chelsea decidendo l’eliminazione degli azzurri. Quelle due notti europee sono state il vertice massimo dell’era De Laurentiis e della squadra di Mazzarri debuttante in Champions col pareggio maramaldo sul campo del Manchester City. Una eliminazione amara, ma anche la rivelazione di un Napoli capace di battersi in campo europeo e di sorprendere.
Il Napoli punta a tornare in Champions nella stagione successiva, ma la sciagurata sconfitta di Bologna, alla penultima giornata del campionato scorso, gli chiude le porte della Champions ricacciandolo nell’Europa League. Il Bologna di Pioli risulterà alla fine la “maledizione dell’anno”. In maggio nega al Napoli il terzo posto con l’accesso alla Champions, a dicembre viola il San Paolo, prima sconfitta casalinga degli azzurri in campionato, e tre giorni dopo, prima gara di Coppa Italia, estromette il Napoli dalla competizione. Uno smacco per la squadra detentrice del trofeo.
CAVANI SUPERSTAR
Il 2012 si porta via un Napoli altamente positivo nonostante i tre flop, l’eliminazione contro il Bologna alla prima partita della Coppa Italia conquistata in maggio; la mancata riconferma della qualificazione in Champions; la discutibile sconfitta nella Supercoppa italiana. La squadra è ancora presente sulla scena europea (Europa League) e, in campionato, è pienamente in corsa per il secondo posto, il traguardo più realistico della stagione per rientrare direttamente nel massimo torneo continentale. Un nome su tutti, quello di Edinson Cavani, 25 anni, supercannoniere in Europa alle spalle dei due maggiori goleador dell’anno, Messi e Ibrahimovic.
Comprese le amichevoli di agosto (sette vittorie su sette), il Napoli ha giocato nell’anno 62 partite per 36 vittorie, 10 pareggi e16 sconfitte. Sono 123 i gol segnati, 75 quelli subiti. Escludendo le amichevoli, fra campionato e coppe il Napoli ha disputato 55 gare (29 vittorie, 10 pareggi, 16 sconfitte, 98 gol all’attivo, 71 al passivo).
Nel dettaglio, l’anno solare ha registrato 40 partite del Napoli in campionato (21 vittorie, 10 pareggi, 9 sconfitte), sei gare in Coppa Italia (4 vittorie e due sconfitte), otto partite in Europa (4 vittorie, 4 sconfitte) e la partita di Supercoppa perduta contro la Juventus.
Sempre contando le amichevoli, Cavani (senza averle giocate) svetta con 42 reti, seguito da Hamsik (15), Pandev (14), Lavezzi (8), Insigne (7 di cui quattro nelle amichevoli), Dzemaili (5), Maggio e Inler (4), Cannavaro, Vargas, Dossena e Zuniga (3), Britos, Gargano, Gamberini (2), Mesto, Fornito, Novothny (1).
IL QUINTO POSTO
A metà maggio, a conclusione del campionato scorso, il Napoli si piazza quinto a -23 dalla Juventus, -19 dal Milan, -3 dall’Udinese, -1 dalla Lazio. In questa fine d’anno, mancando una giornata alla conclusione del girone d’andata del campionato in corso, il Napoli è ancora quinto (avendo subito due punti di penalizzazione) a -10 dalla Juventus, -2 dalla Lazio, -1 da Fiorentina e Inter.
Con 34 punti, il Napoli 2012-2013 è a sole due lunghezze dal record dei punti nel girone d’andata da quando è tornato in serie A (36 punti nell’anno del terzo posto, due campionati fa). Con i due punti della penalizzazione, la squadra avrebbe già eguagliato quel record. Può ancora superarlo se batterà la Roma nell’ultimo turno di andata, il 6 gennaio al San Paolo.
Il 2012 inizia con la vittoria degli azzurri sul campo del Palermo (3-1, Pandev primo gol dell’anno) e si conclude col successo sul campo del Siena (2-0, Cavani su rigore ultimo gol dell’anno).
LA COPPA ITALIA
Il 2-0 all’Inter (25 febbraio), match secco dei quarti di finale di Coppa Italia, due volte in gol Cavani, una su rigore, è il primo significativo successo nel 2012, seguito dall’impresa (!) di eliminare il Siena nel doppio turno di semifinale (1-2 a Siena, 2-0 a Napoli). Il 20 maggio, all’Olimpico di Roma, la vittoria sulla Juventus (2-0) nella finale di Coppa (un rigore di Cavani e un gol di Hamsik) segna la prima conquista di un trofeo nell’era De Laurentiis. Cannoniere di Coppa Cavani con 5 gol (due rigori), una rete per Pandev e Hamsik. Il Napoli non vinceva la Coppa Italia da 24 anni quando trionfò la squadra di Maradona (1987). Gli azzurri hanno disputato otto finali di Coppa Italia vincendone quattro (1962, 1976, 1987, 2012). La partita del 20 maggio segna l’addio alla Juve di Del Piero (in attacco con Borriello). E’ la prima sconfitta dei bianconeri dopo 46 partite da imbattuti.
L’EUROPA AZZURRA
Nell’anno solare, le due partite di Champions col Chelsea, poi l’Europa League col clamoroso debutto di Vargas contro l’Aik Stoccolma (tre gol nel 4-0), le due batoste consecutive in Olanda col Psv Eindhoven (0-3) e in Ucraina col Dnipro (1-3). Tutto sembra perduto, ma gli azzurri si rimettono in corsa strapazzando il Dnipro al San Paolo (4-2, quaterna di Cavani) e vincendo a Stoccolma con l’Aik (2-1). Nella partita conclusiva del girone di qualificazione al San Paolo, col passaggio del turno già in tasca, il Napoli dà via libera al Psv Eindhoven (1-3) che successivamente spicca il volo conquistando il primo posto nel campionato olandese.
Cannoniere dell’Europa League, sempre lui, Cavani, con 7 reti (due rigori), davanti a Bobadilla (5 gol) dello Young Boys. Gli altri marcatori azzurri: Vargas 3 gol, Dzemaili 2. Nei sedicesimi di finale, il Napoli affronterà la squadra ceca del Viktoria Plzen (14 e 21 febbraio, la prima al San Paolo) vincitrice del gruppo B dei gironi di qualificazione (4 vittorie, un pareggio, una sconfitta rispetto al ruolino degli azzurri di tre vittorie e tre sconfitte nel loro gruppo).
LA NOTTE DI PECHINO
Dopo quasi tre mesi dalla vittoria nella finale di Coppa Italia, il Napoli cede alla Juventus la Supercoppa italiana. La sera dell’11 agosto a Pechino, sotto la pioggia, la Juve si prende la rivincita nel caos di decisioni arbitrali discutibili. Due volte in vantaggio, due volte raggiunto il Napoli, la seconda volta su un rigore dubbio.
Il match sfugge all’arbitro bergamasco Mazzoleni a partire dal rigore al 73’ (arbitro indeciso, fallo dubbio di Fernandez su Vucinic, decide per il penalty il giudice di porta Rizzoli) che consente a Vidal di siglare il 2-2 dal dischetto dopo i gol di Cavani (28’), Asamoah (37’) e Pandev (41’). Fernandez era subentrato a Cannavaro ammonito. Sul 2-1 Mazzarri aveva sostituito Hamsik con Gargano puntando a difendere la vittoria.
L’espulsione fulminante di Pandev a cinque minuti dalla fine dei tempi regolamentari (segnalazione del guardalinee Stefani per una protesta del macedone) e il secondo “giallo” a Zuniga per fallo su Giovinco (che, per primo, aveva fatto fallo) costringono il Napoli a giocare in nove i supplementari. Il pasticcio fra Maggio e De Sanctis sulla punizione di Pirlo, con l’autogol di Maggio, dà via libera alla Juventus (97’). Non c’era più partita. Alla fine dei tempi regolamentari anche Mazzarri era stato espulso. In solitudine Vucinic sigla il 4-2 per la Juve (102’).
Il Napoli, nonostante la forte pressione juventina, era stato bene in partita prima che la gara andasse in malora. Rispetto alla finale di Coppa Italia, le novità azzurre sono Britos per Aronica, Behrami per Dzemaili, Pandev per Lavezzi passato al Paris Saint Germain. La Juventus che aveva giocato la finale di Coppa con Storari, Caceres, Estigarribia, Del Piero e Borriello li sostitusce a Pechino con Buffon, Lucio, Asamoah, Giovinco e Matri (dal 46’ Vucinic).
TRAGUARDO SFUMATO
L’anno iniziato con la vittoria di campionato a Palermo il 7 gennaio (3-1 Pandev, Cavani, Hamsik) registra un immediato rallentamento del Napoli che, nelle successive cinque partite, realizza appena 4 punti. La squadra si riprende in febbraio con i successi sul Chievo (2-0), a Firenze (3-0), sul Chelsea (3-1) e sull’Inter (1-0).
Marzo, punteggiato dall’eliminazione in Champions, è ancora molto positivo con le vittorie a Parma (2-1), sul Cagliari (6-3), il pari a Udine (2-2), la vittoria sul Siena in Coppa Italia (2-0) e il pareggio col Catania (2-2). Ma aprile segna un brutto stop con tre sconfitte consecutive sul campo della Juve (0-3), a Roma con la Lazio (1-3) e il bruciante insuccesso al San Paolo con l’Atalanta (1-3). Gli azzurri si rimettono a galla nelle tre restanti gare di aprile (2-0 al Novara, 2-0 a Lecce, 2-2 con la Roma). Sfuma la corsa al posto-Champions che viene persa definitivamente a Bologna (0-2).
PRECAMPIONATO SPETTACOLO
Partiti Lavezzi e Gargano, sfoltita la “rosa” delle seconde linee con gli “addii” di Santana, Fideleff, Chavez, più Lucarelli (fine carriera), giunto Insigne dopo la grandiosa stagione al Pescara, riscattato Pandev, ingaggiati Behrami (8 milioni) e Gamberini (2 milioni) presi dalla Fiorentina, acquisita la comproprietà di El Kaddouri col Brescia (2 milioni), ritoccato l’ingaggio di Cavani, cinque milioni annui, e prolungato il suo contratto sino al 2017 con la clausola rescissoria fissata a 63 milioni, il Napoli affronta senza grosse novità il nono campionato dell’era De Laurentiis.
Il precampionato, a Dimaro, è uno spettacolo con una serie di quattro amichevoli in cui il Napoli spadroneggia con i Dilettanti Trentino (9-1), batte il Bayern Monaco (3-2), il Grosseto (3-0) e il Bayer Leverkusen (2-1) continuando al San Paolo con le vittorie sul Bordeaux (2-2-0), sullo Sporting Braga (3-1) e sull’Olympiacos (3-0). Una cavalcata che solleva ondate di entusiasmo nonostante la società non abbia fatto centro sul mercato con acquisti di rilievo (erano attesi un difensore-leader, un centrocampista di talento e un vice-Cavani).
Il campionato esalta il momento favorevole del Napoli (preparazione anticipata e accelerata in vista della Supercoppa a Pechino) con sei vittorie nelle prime sette giornate a Palermo (3-0), su Fiorentina (2-1), Parma (3-1) e Lazio (3-0) al San Paolo, a Genova con la Sampdoria (1-0), in casa contro l’Udinese (2-1).
Il Napoli arriva di slancio al primo grande appuntamento: la trasferta a Torino contro la Juventus. Le due squadre sono appaiate in testa alla classifica con 19 punti in sette gare (sei vittorie e un pareggio a testa). Tra i pali della Juve c’è Storari, poi la formazione migliore con Quagliarella (poi Matri) e Giovinco in attacco. Il Napoli è al completo.
Il match è nervoso, in equilibrio. Gli azzurri badano soprattutto a contenere la pressione juventina. Si combatte colpo su colpo. De Sanctis deve esibirsi in due salvataggi. Il Napoli arriva una sola volta a inquadrare la porta di Storari, ma la punizione “a giro” di Cavani finisce sull’incrocio dei pali. E’ il limite azzurro in una gara tutta volta a bloccare la Juventus senza assaltarla in contropiede. Sembra che Mazzarri ce la faccia nella partita “a scacchi”. Ma nel finale la resistenza azzurra viene abbattuta in due minuti (2-0). Gol di Caceres (80’ sull’ennesimo corner di Pirlo, gli azzurri perdono la marcatura del difensore bianconero) e di Pogba (82’ gran sinistro al volo sulla respinta frontale di Campagnaro). La Juve vince con gli uomini della panchina: Caceres aveva sostituito Asamoah al 78’, Pogba al posto di Vidal dal 75’.
LA PENALIZZAZIONE
La brutta botta lascia tracce mentre la squadra cala vistosamente (non vanno più come frecce gli esterni Maggio e Zuniga, la difesa è sotto scacco sui calci piazzati). Due settimane dopo, il Napoli perde anche a Bergamo (0-1). Si riprende nelle successive cinque partite. Tre vittorie sul campo del Genoa (4-2), a Cagliari (1-0), contro il Pescara (5-1), ma perde punti in casa rimontato al 91’ dal Torino (1-1) e dal Milan (2-2, doppietta di El Shaarawy) dopo essere stato in vantaggio per due a zero. Intanto, il Napoli cede anche nel secondo appuntamento-clou del campionato perdendo sul campo dell’Inter (1-2). Il distacco dalla Juve, che era di tre punti dopo la sconfitta azzurra a Torino, sale a dieci. Il Napoli perde il secondo posto superato da Lazio, Fiorentina e Inter. Ma sul ritardo degli azzurri pesano i due punti di penalizzazione.
Dopo la sconfitta del Napoli a Torino, nelle restanti dieci partite, la Fiorentina fa più punti (23), la Juve 22, la Lazio 18, il Napoli 17 come l’Inter ma paga la penalizzazione senza la quale gli azzurri sarebbero secondi con la Lazio a otto lunghezze dalla Juventus.
IL TABU’ DI MAZZARRI
La delusione di fine è l’eliminazione in Coppa Italia alla prima partita (19 dicembre). Bologna micidiale. Vince al San Paolo in campionato (3-2) e tre giorni dopo si ripete in Coppa (2-1). Contro Pioli, allenatore del Bologna, è sempre dura per Mazzarri: 5 sconfitte, un pareggio.
In campionato, il Bologna rimonta negli ultimi cinque minuti con i gol di Kone, greco di origini albanesi, e Portanova. In Coppa, il Napoli schiera dall’inizio Cavani e Pandev, fa entrare Hamsik al 59’ e Insigne all’81’. Il Bologna schiera tutte riserve e ragazzi della Primavera. Gli azzurri vanno inutilmente in vantaggio con Cavani (11’). Puntuale la nuova rimonta bolognese con Pasquato (37’) e Kone (91’), autentico mattatore al San Paolo, due gol in tre giorni. Lo chiamano “il coltellino dei Balcani”.
ARRIVA LA ROMA
Comincia il nuovo anno e il primo avversario è di grosso calibro. Il 6 gennaio si annuncia al San Paolo la Roma di Zeman, cinque vittorie nelle ultime sei partite, 14 gol segnati, 6 subiti. Due sonanti e identiche vittorie (4-2) su Fiorentina e Milan all’Olimpico. Primo attacco del campionato (42 gol: Lamela 10, Osvaldo 9, Totti 6), nona difesa (ha incassato 12 gol più del Napoli). Mai pareggiato fuori casa (5 vittorie, 4 sconfitte). Chissà a chi porterà doni la Befana.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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