La Juventus conquista la Coppa Italia Primavera battendo ai tempi supplementari il Napoli al San Paolo (2-1) nella finale di ritorno dopo l’1-1 di Torino. Meglio organizzata, fisicamente più forte, la squadra allenata da Marco Baroni (gol decisivo alla Lazio nel secondo scudetto del Napoli) ha vinto meritatamente il trofeo. Il portiere azzurro Crispino ha dovuto compiere sette interventi decisivi. Fuori bersaglio le undici conclusioni del Napoli. Il portiere della Juve non ha dovuto fare straordinari.
Gli azzurrini, incassato il gol su rigore da Padovan (56’ fallo di Celiento su Beltrame) riuscivano a pareggiare all’88’ con Novothny replicando la rimonta dell’andata. La Juve colpiva una traversa con Sakor al 91’. Si andava ai tempi supplementari e Mattiello con un’azione personale, che trovava la difesa napoletana poco aggressiva, siglava il gol del successo (106’).
Sono state due ore e più di gioco che la Juventus ha amministrato meglio. Squadra più esperta e con grande prestanza fisica (il centrale di difesa Magnusson, islandese, alto 1,90). Formazione ricca anche di giocatori stranieri, il portiere romeno Branescu (1,94), lo spagnolo Garcia in difesa, il sudafricano Untersee, il lituano Slivka, l’albanese Kabashi a centrocampo. Tutta campana la squadra azzurra con l’eccezione del calabrese Fornito.
Al Napoli è mancata l’energia per avere il sopravvento. La squadra ha giocato soprattutto sul corridoio di sinistra con le avanzate del terzino Nicolao e con Tutino. Spesso, però, troppo egoista Tutino nell’azione personale senza vedere i compagni meglio piazzati cui dare la palla. Trascurato nel primo tempo Roberto Insigne sulla destra.
La Juve era orchestrata dal centrocampista Schiavone. In difesa non concedeva palloni, più forte nei contrasti e imbattibile nel gioco aereo. Centrocampo sempre in movimento con Untersee e Mattiello sugli esterni, Slivka e Kabashi in percussione per linee centrali. Unica punta Padovan con l’assistenza di Beltrame, il giocatore di maggior talento, insieme a Schiavone, della squadra torinese.
Nella ripresa, Roberto Insigne riscattava l’opaco primo tempo (però controllato da un arcigno Garcia). Prima impegnava Branescu direttamente sulla battuta del corner: il portiere si salvava in angolo (58’). Poi, spostato a sinistra, con l’ingresso di Scielzo a destra, innescava l’azione del pareggio. Evitato Untersee, metteva il pallone a pochi metri dalla porta juventina dove sbucava Novothny di testa per il gol del pareggio (88’).
La Coppa non era ancora perduta, quando la traversa di Crispino tremava per la grande conclusione di Sakor alla fine dei tempi regolamentari. Una volta in vantaggio, Baroni ricorreva precipitosamente a due sostituzioni a protezione della difesa: il centrocampista Cavion per l’attaccante Padovana (74’) e il difensore Sakor per il regista Schiavone (85’). Saurini replicava rafforzando l’attacco azzurro con l’inserimento di Scielzo per il centrocampista Palmiero (76’). Il Napoli attaccava a tre punte con Scielzo, Novothny e Insigne, aiutati in avanti da Tutino.
Ma la maggiore prestanza fisica degli juventini dettava legge. Il Napoli, che aveva faticato molto nel primo tempo a costruire gioco e aveva poi avuto una reazione rabbiosa dopo il rigore di Padovan, lottava generosamente sino alla fine, raggiungeva il pareggio, ma era evidente che i tempi supplementari sarebbero stati a vantaggio della Juventus, fisicamente più forte. Del resto, Crispino è stato il portiere più impegnato (3’ su Magnusson, 5’ e 15’ uscendo di piede due volte fuori area su Padovan, 21’ deviando oltre la traversa la conclusione di Kabashi, 25’ opponendosi al tiro di Beltrame solo in area, 96’ ancora un salvataggio su Beltrame, 113’ annullando la conclusione ravvicinata di Mattiello).
Rimane così unica la Coppa Italia Primavera vinta dal Napoli, quella del 1997 con la squadra diretta da Enzo Montefusco.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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