E’ andata bene contro una Lazio scatenata, risorta per un’ora dalle ceneri di due sconfitte consecutive. Un punto straguadagnato se si pensa alla traversa finale di Floccari che avrebbe riportato avanti la formazione romana. Era una partita difficile in partenza (in casa la Lazio è la squadra che fa più punti, alla pari di Juve e Napoli), è diventata difficilissima sul campo per la furia con cui i giocatori di Pektovic hanno affrontato il match. Per un’ora il Napoli ha annaspato perdendo il controllo del centrocampo, rimanendo distante dalle punte, in affanno in difesa. La Lazio ha mancato il raddoppio in tre occasioni (33’ primo palo di Floccari, 74’ salvataggio di Campagnaro a porta vuota, 85’ il pal lonetto di Lulic nelle mani di De Sanctis uno contro uno). Anche due legni per il Napoli (39’ Cavani, 86’ botta di Inler), ma complessivamente De Sanctis è stato più impegnato di Marchetti. Nessuno si aspettava una Lazio così furente, nemmeno il Napoli che ne è rimasto soggiogato. Non c’entra niente la pressione della vittoria juventina nell’anticipo del pomeriggio. È stata la migliore Lazio della stagione che per un’ora ha disarticolato il Napoli superandolo nella zona centrale, aggredendolo sulle fasce con Konko e Candreva a destra, Radu e Mauri (poi Lulic) a sinistra, tormentandolo con il continuo movimento di Floccari. La Lazio non ce l’ha fatta più nell’ultima palmezz’ora e Mazzarri ha potuto rischiare una formazione super-offensiva per arrivare al pareggio. Un azzardo che ha premiato il coraggio del tecnico e la squadra che non s’arrende mai. Sicuramente hanno influito i viaggi dei sette nazionali in campo (per Cavani e Zuniga le trasferte più lunghe), però Campagnaro che mercoledì aveva giocato 90 minuti a Stoccolma è stato un leone sino alla “perla” del gol del pareggio. La Juve allunga perché è tornata in salute e, quando è in salute, non sbaglia mai. La Fiorentina, con una gara impalpabile, l’ha favorita, mai forzando il ritmo per mettere in difficoltà i bianconeri. Il Napoli rinsalda il secondo posto (Lazio a -6, Milan a -9) e non cancella ancora il sogno del primo. Ci sono ancora 14 giornate da giocare e vedremo quanto influiranno gli impegni europei. Ma è fuor di dubbio che la Juventus è più attrezzata. Ha una organizzazione di gioco compatta, aggressiva, collaudata con schemi puntuali “illuminati” da Pirlo e sostenuti dalla grande combattività di Vidal, grande penetratività sulle fasce e migliore difesa del campionato (e Matri è tornato a segnare, 5 gol nelle ultime sette partite). Il Napoli deve inseguire, questa è la sua eccitante “condanna” perché c’è poco altro alle spalle. Cavani non segna da due partite e appare appannato benché le sue prestazioni siano sempre generose, a tutto campo. Forse è il caso di mandarlo in campo anche giovedì sera (ore 19) contro il Viktoria Plzen perché un attaccante ha sempre bisogno di giocare per trovare il gol. L’Europa League non è da snobbare e sarà anche l’occasione per testare le “seconde linee” più interessanti, da Rolando ad Armero, a Calaiò. Domenica il campionato proporrà al San Paolo la Sampdoria che Delio Rossi ha rilanciato sorprendendo la Juve a Torino (2-1), pareggiando col Milan (0-0), battendo domenica la Roma (3-1). Il Napoli deve riprendere a correre cancellando l’ora di rumba ballata a Roma. La Juve ha guadagnato in trasferta i cinque punti di vantaggio sul Napoli (26 punti esterni contro i 21 degli azzurri). È in trasferta, come dice Mazzarri, che il Napoli deve dare di più. Mancano due match all’appuntamento del primo marzo (un venerdì sera) con la Juve al San Paolo che sarà probabilmente il redde rationem dello scudetto. Napoli-Samp e Roma-Juventus, Udinese-Napoli e Juve-Siena si frappongono alla partitissima. Per arrivarci a petto in fuori, il Napoli deve fare sei punti. Ma se la Juve manterrà il vantaggio delle cinque lunghezze, il “discorso” sarà da considerare chiuso. Pensiamo a tornare in Champions dalla porta principale (secondo posto).
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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