Si va nella terra promessa dei vecchi latin-lover, la Svezia del fascino biondo, per una partita di calcio che non ha nulla di biondo e di amorevole perché le coltellate napoletane d’ottobre, attorno al match di andata, hanno lasciato il segno e gli ultras svedesi sono pronti a fare i vichinghi. I tifosi napoletani, forse cinquecento, sono avvertiti. Nervi a posto e attenti alle provocazioni dall’una parte e dall’altra. Questa è Aik-Napoli, partita a rischio dell’Europa League, incidenti dietro l’angolo e squalifiche pesantissime in agguato. Stoccolma, con le sue 14 isole e i 57 ponti, tra le più belle capitali del mondo, teme un giovedì di disordini. Su questo sfondo inquietante, il Napoli cerca di cancellare le ultime figuracce all’estero e di rimettersi in corsa per la qualificazione ai sedicesimi di finale della competizione europea, scioccamente snobbata all’inizio, con l’invenzione del Napoli-bis, e ora rientrata negli obiettivi azzurri per una questione di concreto prestigio. Sarebbe umiliante uscire subito dal secondo torneo continentale dopo avere dato tanto nella Champions dell’anno scorso. Il campionato svedese è terminato da più di due settimane. L’Aik, classificatasi al quarto posto e perciò fuori dalle prossime coppe europee, avrà il vantaggio di un salutare periodo di riposo e nell’Europa League riverserà tutte le energie e l’entusiasmo residuo per essere ancora protagonista. Sul campo e tutto attorno al terreno di gioco niente sarà agevole per il Napoli. Anche i giocatori dovranno controllare nervi e atteggiamenti. Il Napoli avrà di fronte una squadra baldanzosa, senza le pressioni del nostro calcio, che giocherà per vincere perché, vincendo, potrebbe rientrare nel “gioco” della qualificazione. Dimenticare la facile vittoria dell’andata al San Paolo (tre gol di Vargas!). Stavolta sarà tutta un’altra storia. Conforta la presenza di Cavani. Forse Mazzarri farà un “pensierino” su Inler e Hamsik. Ma dall’inizio scenderà in campo il Napolidue, Rosati in porta in cerca di sicurezze, e una mediana di “lavoratori”, Vargas in attacco col Matador. In pratica, quasi le formazioni dell’andata sia per il Napoli che per l’Aik. E’ una partita con molte incognite. Gli svedesi giocheranno con molta grinta e passione. Al blocco difensivo del Napoli tocca il compito di contenerli e rispondere in replica. Guai a farli andare in vantaggio. Si esalterebbero sino a fare più male. L’Aik è squadra avara in attacco (in 14 partite di campionato su 30 ha segnato un gol per gara) ed è accreditato con la miglior difesa del torneo svedese (in media meno di un gol a partita). Giocherà con un solido 4-4-2, il cannoniere Lundberg con Bangura, africano della Sierra Leone, in avanti. La difesa si regge attorno al colosso serbo Majstorovic (1,90). A centrocampo il costaricano di qualità Borges e l’ugandese Mutumba tra i giocatori di spicco. Il Napoli non avrà di fronte la formazione arrendevole dell’andata. Sul suo campo, in campionato, l’Aik ha perso solo due volte e aspetta il Napoli per la partita dell’anno. Farà della corsa e dei palloni fiondati in avanti le sue armi. Il Napoli dovrà avere molta sostanza a centrocampo, ma attenzione al gioco falloso che, nel clima in cui la gara si annuncia, potrebbe fare degenerare il match a tutto discapito degli azzurri. Sarà una partita dura per Behrami, Donadel e Dzemaili. Sulle corsie, la coppia-bis Mesto-Dossena dovrà riproporre le antiche armi deposte di Mazzarri, la corsa e la supremazia sulle fasce laterali. L’Aik giocherà oltre ogni tattica, l’entusiasmo sarà il suo miglior propellente. Un Napoli attento dovrà “gelarlo” con le giuste geometrie sul terreno di gioco, con grande compattezza e sacrificio, senza abbassarsi troppo, senza concedere sempre campo. Si potrà ballare, ma potrebbero tornare a brillare le ripartenze che hanno fatto grande la squadra azzurra a patto di “accompagnare” il contropiede, di non vanificare il movimento di Cavani e con la speranza che Vargas ritrovi la verve e il gusto del gioco smarriti. Forse, stavolta, sulla corsia destra, con la buona assistenza di Mesto, avrà spazio per produrre le sue qualità migliori, saltare l’avversario e puntare a rete. Ma dovrà essere sicuro e spavaldo. Gli svedesi lo “cureranno” in maniera particolare ricordando i tre gol dell’andata. Gira e rigira, le speranze di successo ruotano attorno al Matador e alla saldezza difensiva.
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