La sconfitta con la Juventus ha lasciato una scia di rabbia per come è maturata, ma anche la consapevolezza di un Napoli più maturo che potrà continuare a battersi per il vertice. Intanto, gli impegni si accavallano. C’è una accelerata del calendario delle partite, sei in 17 giorni. Giovedì il Dnipro in Ucraina per l’Europa League, domenica il Chievo al San Paolo, mercoledì 31 intermezzo di campionato a Bergamo, quattro giorni dopo il Torino a Fuorigrotta, il giovedì successivo il “ritorno” col Dnipro e domenica 11 novembre a Marassi contro il Genoa. Sarà necessario un assennato turn-over. I nazionali che sono stati in giro per il mondo avranno bisogno di rifiatare. Ma bisogna difendere il secondo posto dall’assalto di Lazio e Inter e non si può mollare l’Europa League (passano ai sedicesimi le prime due di ogni girone).
Il torneo europeo chiama il Napoli al terzo impegno contro un avversario insidioso e carico di ambizioni. Il Dnipro (2-0 sul Psv Eindhoven, 3-2 sul campo dell’Aik Stoccolma) viaggia a punteggio pieno nel gruppo F, tre punti avanti agli azzurri, imbattuto in Europa da cinque partite, imbattuto in campionato (sei gare, sei vittorie, 14 gol all’attivo, 4 al passivo). L’incrocio col Napoli è determinante per entrambe le squadre. Gli azzurri giocheranno due volte di fila col Dnipro, giovedì prossimo fuori e giovedì 8 novembre a Fuorigrotta. Sarà la svolta del girone.
Si parte per la terra delle belle ragazze bionde, tra le più belle d’Europa. La coroncina di capelli d’oro di Yulia Tymoshenko e i gol di Shevchenko, i suoi cittadini più noti, due grandi torri sullo sfondo della passeggiata Karl Marx, un grande fiume, il Dnepr, quarto in Europa, gli arsenali nucleari sovietici smantellati ed ecco Dnipropetrovs’k, un milione di abitanti nel cuore dell’Ucraina, quattro volte più grande di Napoli, che ospiterà il prossimo match degli azzurri in Europa League. Si giocherà in uno stadio di 31mila posti. Il Dnipro ha maglie bianche e blu, è finanziato da una banca privata ed è l’eterna squadra di rincalzo del campionato ucraino alle spalle dello Shakhtar Donetsk e della Dinamo Kiev. Al tempo del dominio sovietico, però, vinse due volte il campionato dell’impero, ma sono ricordi lontanissimi (1983, 1988).
Repubblica autonoma dal 1991 dopo il crollo dell’Urss, terzo paese europeo per estensione, grande due volte l’Italia, l’Ucraina è terra di pianure e di steppe e di emigrazione, soprattutto femminile. La Campania è la seconda regione italiana con maggiore presenza ucraina. Il calcio, liberatosi dal giogo sovietico, è rinato con grandi ambizioni. Le sue “stelle”, ormai oltre la trentina, si chiamano Andriy Shevchenko, 127 gol nel Milan, Andriy Voronin che ha giocato in Germania e Inghilterra, Anatoliy Tymoshuk centrocampista biondo del Bayern che piaceva al Napoli.
Il Dnipro è formazione giovane con un solo trentenne, il portiere ceco Jan Lastuvka (1,91), squadra veloce, raccolta a centrocampo (4-5-1) e vivacizzata dalla fantasia brasiliana di Giuliano (22 anni) e Matheus, punta avanzata il croato Kalinic (1,87). Contro il Napoli schiererà la formazione migliore, Mazzarri opterà per un turn-over assennato. Spazio “intelligente” alle seconde linee. Insigne non si discute, il resto si vedrà.
Portar via un risultato positivo da Dnipropetrovs’k, dopo avere “bucato” a Torino, sarà il segnale di un Napoli che non s’abbatte dopo la prima sconfitta in campionato (due in totale contando lo 0-3 di Eindhoven in Europa). Dopo i tre squilli di Palermo, gli azzurri hanno frenato in trasferta (un solo gol in quattro partite, il rigore di Cavani sul campo della Sampdoria). C’è bisogno di un sussulto. C’è bisogno degli acuti dei tre tenori.
Fonte: Il Napolista.it
La Redazione
M.V.
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