Il Rafa di Udine è, probabilmente, il più arrabbiato della stagione. Benitez non le ha mandate a dire ai suoi giocatori: a questa squadra fanno difetto mentalità e maturità. Ma si può spiegare solo con queste lacune il cammino del Napoli così altalenante?
«Mentalità è una parola difficile da interpretare nel calcio di oggi – dice Ottavio Bianchi, allenatore del primo scudetto – Innanzitutto il cambio mentalità doveva essere di testa e tattico. Il primo dipende dai giocatori, il secondo dal tecnico. Quando allenavo il Napoli, dissi alla squadra: i protagonisti dobbiamo essere noi, sono gli altri a doversi preoccupare del nostro gioco. Migliorammo l’autostima e la consapevolezza di essere quasi una squadra forte. Ripetevo al gruppo: non fermiamoci dopo una vittoria, restiamo con i piedi per terra e pensiamo a vincere la prossima e poi la prossima ancora».
Serse Cosmi sposa in parte la teoria di Benitez. «È vero che per competere a certi livelli bisogna possedere una notevole maturità ma faccio notare che questa è un mix di tante componenti. Esiste la mentalità vincente del club, della panchina e dello staff, non solo quella dei giocatori. È chiaro poi che se hai molti top player in formazione, allora bisogna aspettarsi parecchio dai giocatori più rappresentativi anche a livello di spinta psicologica».
Se è una questione di maturità, allora toccherebbe all’allenatore sferzare il gruppo: questo è il pensiero di Franco Colomba. «La mentalità giusta fa parte sì del bagaglio tecnico di ciascun giocatore ma è soprattutto Benitez a doverla trasmettere. Non credo però che siano solo questi i problemi del Napoli: la squadra in campionato ha dimostrato di non avere sufficiente qualità a centrocampo e in difesa».
Il Napoli come l’Atletico Madrid di Simeone? Dalla scuola allenatori di Coverciano, ecco il Sosa-pensiero. «A differenza del tecnico argentino che ha potuto costruire l’Atletico a suo piacimento nel corso degli anni, dandogli una mentalità vincente, Benitez è alla sua prima esperienza e solo da pochi mesi ha intrapreso una rivoluzione nell’organico e nella testa dei giocatori. Il Napoli deve portare a casa la coppa Italia perché bisogna abituarsi alle vittorie».
Per Emiliano Mondonico le motivazioni sono fondamentali. «Tensione agonistica, concentrazione, mentalità vincente: queste sono le caratteristiche essenziali che si richiedono a una squadra moderna. Sono perfettamente in linea con il pensiero di Benitez: la sua filosofia è diversa, ha introdotto in Italia un gioco diverso, con proposte positive. Considero straordinario il campionato del Napoli, che non è ancora un’orchestra ma un insieme di solisti non assemblati. Il terzo posto non deve portare amarezza perché il Napoli ha gettato le basi per fare grandi cose in futuro».
Fonte: Il Mattino
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro