Caro Palazzi, ancora una volta il calcio è nelle tue mani

Inizia a Roma il processo sul calcioscommesse

A breve, nell’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico, avrà inizio uno storico processo per il calcio italiano. Il mondo del pallone si trova di nuovo a fare i conti con le proprie nefandezze nelle aule dei Tribunali ma stavolta si trova al cospetto di qualcosa molto più grande di ciò che avvenne nel 2006. Il sistema svelato da Calciopoli raccontava del dominio lobbistico su risultati, classifiche, trasferimenti; una “cappa” sul mondo del pallone simile a quelle presenti in tanti altri settori di questo strano Paese.

Scommessopoli è tutta un’altra storia, apre scenari inquietanti sul contatto tra bande criminali e gli attori protagonisti di questo splendido sport, i calciatori, coloro che per mestiere dovrebbero trasmettere emozioni, ad alterare risultati, organizzare combine, portando a casa laute ricompense da aggiungere alle importanti cifre percepite alla faccia di chi si sacrifica per permettersi abbonamenti televisivi o allo stadio.

Il tradimento dei ricchi a danno del cuore pulsante di quel sistema che permette loro di compiere la vita da nababbi; una roba davvero inquietante. Altro che pressioni sugli arbitri, sudditanza psicologica, possibilità di condizionare le carriere, quest’inchiesta ha svelato un vero e proprio cancro, una malattia endemica che, sotto la guida di bande internazionali, tra un risultato esatto, un pronostico da over ed una “dritta” ben costruita avevano messo in piedi un’attività da capogiro. Un fenomeno raccapricciante che ha avuto la sua più forte esplosione mediatica in questa settimana con nuovi arresti e il blitz di Coverciano.

Il lavoro compiuto dalle Procure che stanno indagando sul calcio è sicuramente encomiabile e merita l’appoggio di chi sogna un calcio pulito. L’inchiesta è, però, condizionata dai tempi stretti della giustizia sportiva; c’è quindi da affidarsi ai pentiti con il difficile compito di incunearsi nelle loro ricostruzioni cercando di separare le sensazioni e le supposizioni dai fatti. Le parole dei pentiti non sono sufficienti per provare la colpevolezza altrui ed allora serve un profondo lavoro per la ricerca delle prove. Servirebbero ulteriori risorse come ha dichiarato il pm di Cremona Di Martino; “ci sarebbe ancora da scavare ma se non fosse per la mia collaboratrice che arriva presto e va via tardi…”. Un grido d’allarme che meriterebbe l’attenzione del presidente del Consiglio Monti con la responsabilità di cercare soluzioni a questi problemi piuttosto che proclamare appelli per la sospensione del calcio per due o tre anni.

Oltre all’aspetto giuridico, c’è la gestione mediatica dei fatti che merita sicuramente qualche riflessione. Il fenomeno della spettacolarizzazione e della mediatizzazione esasperata di questioni delicate che possono compromettere aspetti umani e professionali della vita delle persone merita una maggiore attenzione di tutte le componenti in gioco.

Il lavoro della giustizia penale e sportiva vanno di pari passo. Il processo di Roma ha quindi un duplice valore: sia quello tecnico per la formazione dei campionati, le eventuali squalifiche dei soggetti interessati, ma anche i continui collegamenti con l’aspetto penale della vicenda.

I giudici della Commissione Disciplinare (primo grado della Giustizia Sportiva) dovranno valutare le posizioni di ben 61 tesserati, 22 club. Almeno quindici saranno le richieste di patteggiamento, vagliate già domani dalla Commissione disciplinare, come molte saranno le eccezioni presentate dai deferiti. Poi Palazzi formulerà le richieste di pena, mentre venerdì – terminata la seconda udienza – i giudici aggiorneranno il calendario del processo. Le sentenze di primo grado dovrebbero arrivare tra dieci giorni, subito dopo la fine dei play off di serie B, poi l’appello davanti alla Corte federale.

C’è ancora tanto da lavorare con gli spunti concessi dall’operato delle Procure di Bari e Napoli.  Potrebbe rischiare il deferimento a anche la società partenopea causa della tentata combine di Gianello per Sampdoria-Napoli 1-0 e dall’omessa denuncia di Cannavaro e Grava stando al vago racconto esposto agli inquirenti dall’ex portiere del Napoli.

Non ci sono grandi rischi per gli azzurri, l’unico più fondato potrebbe riguardare l’esclusione dall’Europa League che potrebbe arrivare solo, però, dopo un provvedimento della giustizia sportiva che accerti la responsabilità oggettiva del club. Ci sono tutti gli elementi per respingere quest’ipotesi non accompagnata almeno finora da sufficienti prove.

Il calcio italiano è ancora una volta nelle mani di Palazzi come nel 2006 in cui furono esclusi dal sistema solo una parte di quei personaggi della lobby che comandava il calcio. Un’occasione persa che rivelò l’incapacità della giustizia sportiva di andare a fondo in un percorso che ha comunque avuto il merito di squarciare i veli d’ipocrisia adatti a coprire l’esercizio del potere con prassi e forme scorrette.

Questa volta il problema è ancora più grosso ed è necessaria attenzione, equilibrio ma anche rigore; quelli che hanno favorito l’ingresso di bande criminali nel mondo del pallone attraverso le scommesse meritano la radiazione da qualsiasi attività connessa al calcio.

Una volta terminata la fase del processo, servirà poi affrontare il problema per cercare di arginare un fenomeno capace di mettere in discussione alcuni criteri consolidati: La responsabilità oggettiva è ancora un meccanismo valido o serve ridiscuterlo alla luce dell’impossibilità per le società di seguire i propri tesserati?  Quali nuovi meccanismi di controllo s’instaureranno sul fenomeno delle scommesse?

Un primo passo potrebbe essere un tavolo interistituzionale tra Lega Calcio, Figc e Governo per studiare delle misure coordinate sia nella fase d’analisi del fenomeno che di elaborazione di nuove metodologie. Dai cambiamenti da apportare al codice di giustizia sportiva a nuovi strumenti tecnologici per controllare in tempo reale il flusso delle scommesse; ecco alcuni degli argomenti da affrontare per porre un argine ad una questione internazionale.

La battaglia per il calcio pulito è appena cominciata, Palazzi è tutto nelle tue mani.

A cura di Ciro Troise

Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.