Caro José,
Sono circa le 14:20 di una domenica di aprile in cui col tuo Napoli hai appena rifilato un 2-0 al Frosinone. Un successo che potrebbe sembrare inutile visto lo scudetto già sfumato da tempo e l’uscita da ogni altra competizione stagionale ma di cui solo tu ed il resto dello spogliatoio conoscete l’importanza sia per la corsa al secondo posto che per il morale, ultimamente proprio sotto i piedi.
La vittoria di ieri è inutile soltanto per chi non vede mai l’altra faccia della medaglia, quelli che restano alla superficie delle cose e sanno solo criticare. E’ inutile solamente per coloro che alla prima occasione buona sbucano fuori per gettare fango sul Presidente, su Ancelotti e su voi calciatori. Ce ne è stato uno in particolare reso vittima di un gesto da irriconoscenti qual è stato: quel giocatore, purtroppo, sei tu.
Un episodio emblematico del clima negativo che si respira per la grande mortificazione compiuta nei confronti di un uomo prima che un professionista. Un tifoso coerente non butta fuori senza freni tutto il rancore accumulato per le ultime prestazioni (deludenti, senza dubbio) della squadra riversandolo su di un singolo. Come si può essere tanto avvelenati da rifiutare in tal modo una maglia come la tua, ieri ancora più preziosa perché la 300esima da quando sei al Napoli, sbattendotela in faccia manco fossi il peggior traditore? Una maglia che non è mai rimasta asciutta al termine dei 90’ ma sempre fradicia di sudore, simbolo di chi in campo ha dato tutto e forse anche qualcosa in più. Un tifoso coerente non rigetta la maglia di un calciatore che avrebbe potuto benissimo restarsene al Real Madrid in quell’estate del 2013 o quantomeno tentare maggiore fortuna altrove e, invece, ha scelto di accettare Napoli ed il Napoli e legarsene al di là di tutto. Ad oggi sono quasi sei anni che occupi un posto di rilievo nella rosa azzurra. Sei anni trascorsi senza mai pronunciare una sola parola fuori posto, senza mai pensare a passare più ore su di un social piuttosto che sul campo di allenamento come tanti fanno. Sei anni in cui ti sei conquistato la totale fiducia sia di Benitez che di Sarri prima che di Ancelotti oltre che di tutti i compagni di squadra e certamente non per delle giocate da fuoriclasse come qualcun altro è abituato a vedere ma per le tue qualità morali prima di tutto. Perché tu sei un uomo d’altri tempi, di quelli che fondano sul lavoro ed il sacrificio (in campo e non) la propria carriera. Un gesto del genere, pertanto, proprio non lo concepisco e non oso immaginare come ti sia sentito tu, che indossavi anche la fascia da capitano.
E allora scusa José. Scusa da parte di tutti i tifosi del Napoli seri, quelli con la T maiuscola, quelli che sanno riconoscere chi dà tutto per questa importante maglia ma, soprattutto, intuiscono quando qualcosa non va in lui e gli si schiera affianco invece di colpirlo con una pugnalata al cuore. Ascolta me, ascolta noi altri: tu non sei uno qualunque. Questo lo sappiamo bene ed è per questo che ti saremo vicini, sempre e per sempre!
Sei tutti noi, José
Giuseppe Migliaccio
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