Andrea Carnevale prova a collocarsi a metà strada tra Napoli e Roma, attese domenica a quello che qualcuno ancora chiama il derby del Sud. Col cuore diviso guarda alla sfida del San Paolo: «Gli azzurri si sono un po’ inceppati, ma devono avere la forza di credere ancora nello scudetto. La Juve può mollare, come successe a noi nell’88. E allora bisogna avere la freddezza e l’abilità di saperne approfittare». Quattro anni sul Golfo, a conoscere Maradona e a vincere due scudetti, e poi tre anni a Roma. Oggi, 52enne coi capelli spruzzati di grigio, è il responsabile scouting dell’Udinese.
Carnevale, c’è Napoli-Roma e per lei si tratta di un singolare derby dei ricordi.
«A Napoli ho trascorso quattro anni straordinari. Provenivo dall’Udinese e approdavo in quella che allora era una delle più forti squadre italiane. C’è sempre stata una rivalità antica tra i tifosi di Roma e Napoli e anche tra le due squadre».
Quattro stagioni con Maradona. Un’esperienza importante per lei?
«Fondamentale, direi. Credo che ogni calciatore abbia un modello e io ho avuto la fortuna di frequentare da vicino il mio, che era il migliore del mondo. Gli sarò eternamente riconoscente per tutto quello che mi ha insegnato. Se nel Napoli di oggi ci fosse uno come Maradona di scudetti gli azzurri ne vincerebbero dieci consecutivi».
Quale dev’essere l’arma da usare per il Napoli per battere la Roma?
«Deve giocare a centoventi all’ora perché i giallorossi vanno sempre a cento. È una squadra molto dinamica, la Roma di Zeman ma conosco Mazzarri: avrà studiato i modi per neutralizzare il gioco del boemo».
Lei conosce bene Mazzarri?
«Abbiamo giocato insieme alla Reggiana, di assist me ne ha fatti un bel po’… poi l’ho rivisto ai tempi della panchina a Pistoia. Mi piaceva, l’ho consigliai subito ai Pozzo per portarlo a Udine».
Il Napoli ha perso il tram scudetto?
«Non credo. Per vincere uno scudetto in Italia non basta possedere la squadra migliore, mettendo insieme i giocatori più forti. Occorre la convergenza di tante circostanze, compresa la fortuna».
Gli azzurri non ne hanno avuta tanta quest’anno?
«Ad un certo punto mi sono sembrati una squadra stanca, con i riflessi appannati, opaca, come se fosse a fine stagione e non a metà. Il Napoli ha tutti i numeri per proseguire la rincorsa alla Juve. E deve crederci ancora: i bianconeri avranno il loro momento di offuscamento e il Napoli dovrà approfittarne. Come fece il Milan con noi nel 1988».
Magari con Armero sarà più facile?
«Del mercato dell’Udinese non parlo. Dico però che lo scorso anno è stato uno dei migliori esterni d’Italia, ha ancora un grandissimo potenziale e nel 3-5-2 di Mazzarri si adatterebbe a meraviglia».
Sorpreso dal flop di Vargas?
«Sì, l’avevo seguito prima del Napoli, ma chiedevano una cifra spropositata per le politiche dell’Udinese. Per i cileni è piuttosto facile adattarsi all’Italia: Alexis Sanchez, per esempio, non ha avuto grandi difficoltà. Insomma, sono stupito dal suo rendimento. Evidentemente il ragazzo ha qualche limite caratteriale».
Insigne è tra i giovani migliori della serie A?
«Senza dubbio. Ha estro, genialità ed è una persona a modo, elegante e con personalità. Tutti i numeri per diventare un campione: senza dimenticare che per un napoletano indossare quella maglia azzurra è davvero impegnativo».
Lo dà un consiglio al Napoli sui giovani?
«A Napoli e nei dintorni ci sono tanti scugnizzi fenomenali, bravi e con un talento enorme».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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