Correva più veloce del pallone, tanto che a volte la sfera gli restava dietro. E poi tirava bombe micidiali, che ispirarono uno dei ritornelli preferiti del San Paolo. Ma soprattutto segnava a tutti. Parli di Careca e vengono in mente i trionfi azzurri: le reti al Bayern Monaco e allo Stoccarda, la tripletta alla Juve quando il Napoli ne faceva addirittura cinque a Torino e poi i gol alla Roma. Due storici, di una bellezza assoluta: quando segnò di esterno destro dalla linea di fondo fingendo il passaggio in area e quando agganciò di destro un lancio di Maradona da quaranta metri, accarezzò il pallone e senza fargli toccare terra, cambiando piede, infilò il portiere giallorosso. «Belli eh? Me li ricordo, così come ricordo quasi tutto dell’esperienza napoletana, la più importante e significativa della mia carriera. La Roma è stata sempre un’avversaria ostica, non era facile giocarci contro». Da pochi giorni Careca ha compiuto 53 anni, vive in Brasile, nella sua Campinas si divide tra una grande scuola calcio e il ruolo di osservatore. La potente parabola sul terrazzo smorza la nostalgia azzurra, le partite del Napoli in tv sono una fedele compagnia nel salotto buono di casa. «Ci volevano i tre punti dopo aver preso le bastonate a Londra. Benitez ha rialzato la squadra che in campionato va benissimo».
Roma-Napoli all’ottava giornata: ha un senso parlare già di lotta scudetto?
«Sì, perché a Napoli si parla sempre di scudetto. Anzi, si sogna sempre. Per come si sono messe le cose, questa può essere la stagione delle grandi occasioni. La Roma vola, il Napoli le sta dietro: questo scontro diretto ci farà capire parecchie cose».
A Londra però s’è visto un brutto Napoli.
«Non darei eccessivo peso alla questione: si tratta sempre dell’unica sconfitta tra Italia ed Europa. E poi di fronte c’era l’Arsenal, una squadra con i fiocchi, la migliore del campionato inglese».
L’attacco della Roma e quello del Napoli, chi sta meglio?
«Non c’è corsa, dal centrocampo in su gli azzurri sono nettamente più forti. Il parco attaccanti del Napoli è di livello superiore, la Roma invece va in gol con i centrocampisti. Pandev, Insigne, Hamsik, Callejon e Higuain hanno un altro spessore».
Eppure è andato via un certo Cavani.
«C’era bisogno di un giocatore importante, Higuain lo è e infatti sta facendo la differenza».
Chi gioca meglio?
«Benitez e Garcia sono bravissimi, il gioco è abbastanza simile: pressing e intensità sono le armi migliori, all’Olimpico sarà una sfida spettacolare».
Il Napoli è in grado di competere sia in Italia che in Europa?
«La rosa è forte e competitiva, quindi ha l’obbligo di non lasciare niente per strada, almeno in questo periodo. Mi rendo conto che lo scudetto è tutto per i napoletani però l’Europa ti permette di misurare le tue forze con quelle delle squadre più prestigiose del continente».
Quindi meglio la Champions?
«Parlo per la mia esperienza: aver trionfato in Europa contro club di altri Paesi è stato più gratificante. E parlo della coppa Uefa. Posso immaginare cosa sia invece la Champions…»
Fonte: Il Mattino
La Redazione
G.D.S.
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