Finalmente, Antonio Careca. «Sì, finalmente. A me non piace essere ricordato per i record. I record sono fatti per essere battuti. Sono contento che Cavani ci sia riuscito, che abbia sfondato il muro dei 100 gol, però ha ragione Maradona quando dice che io sono il più forte di tutti». L’ultimo grande brasiliano della storia del Napoli, uno dei grandi numeri 9 della storia azzurra, però ha subito fretta di mettere i puntini al posto giusto. «Questo Napoli non deve solo centrare piazzamenti, deve vincere qualcosa. Ma è sulla strada giusta e il ritorno in Champions League è qualcosa di straordinario, meraviglioso. Brindo a questo traguardo».
Cosa manca ancora per vincere lo scudetto?
«Il Napoli deve avere più soluzioni di qualità in panchina. Gli scudetti si vincono soprattutto con i buoni giocatori che magari non sono dei titolari ma che poi quando vanno in campo rendono magari più di chi gioca da primo minuto. La differenza con la Juventus è tutta qui».
Si sopperisce, dunque, con qualche acquisto?
«Certo, due difensori, un altro centrocampista. Tante volte Mazzarri non ha potuto permettersi di far riposare chi era stanco proprio perché non aveva alternative nella rosa. Quando c’ero io in attacco ci alternavamo con Carnevale e Giordano».
In realtà lei aveva poca voglia di fare panchina…
«Mai alzato la voce o preteso un posto. Giocavo perché ero quello più in forma secondo l’allenatore».
Il Matador vincerà il titolo dei capocannonieri. Lei non c’è mai riuscito.
«Arrivai secondo alle spalle di Aldo Serena e con gli stessi gol, mi pare 19 (esatto, ndr) di un tale che si chiamava Van Basten… La vostra serie A era davvero il campionato più bello del mondo».
Cavani è insostituibile?
«Solo Maradona lo era. Poi nessun altro può avere questa etichetta. Se va via fa un errore grandissimo, perché Napoli è la piazza migliore dove crescere ed affermarsi».
Però vuole andarsene.
«Libero di farlo. Ma se ne pentirà. Soprattutto se lo fa per soldi».
Lei non ha mai ceduto a queste tentazioni.
«Dopo un’amichevole del Napoli con una selazione del Giappone un dirigente (della Toyota, ndr) di un club si presentò da me offrendomi quasi il doppio di quello che guadagnavo al Napoli per andare a giocare a Tokyo ma io non ebbi tentennamenti».
Dopo Cavani e magari anche dopo Mazzarri, il Napoli può vivere sereno?
«Ma sì. Anche se io ho grande stima per Mazzarri: l’ho conosciuto due anni fa, ha grande intelligenza tattica, mi piacciono le sue idee di calcio, il fatto che lui valorizzi molto il ruolo dell’attaccante. Poi vive 24 ore su 24 per il calcio. Mi sarei molto divertito con lui».
Vero che ha consigliato Leandro Damiao?
«Verissimo. Però sia chiaro, non è che sia proprio un grandissimo campione. È bravo, fisicamente molto ben messo. Allora si poteva prendere per pochi dollari, adesso sento in giro delle cifre enormi. Senza senso. Ma per me quanto avrebbero dovuto pagare?».
Faccia qualche altro nome.
«No, ne potrei fare a dozzine. Ma tanto quelli del Napoli non mi stanno mica a sentire. E allora me li tengo per me».
Il Napoli può vincere lo scudetto il prossimo anno?
«Certo. Deve farlo. Dopo un secondo posto è naturale puntare al titolo, è il passo successivo. Noi arrivammo per due volte consecutive secondi e poi al terzo tentativo vincemmo il campionato».
Non sembra facile come allora?
«Sta scherzando? Lei non ricorda chi erano le nostre avversarie: il Milan di Sacchi, l’Inter dei record, la grande Sampdoria di Boskov, la Juventus che era sempre la Juventus. Adesso, in fondo, mi sembra che a parte i bianconeri tutto il resto del calcio italiano mi sembra messo male… il livello è molto basso».
Il ritorno in Champions?
«È qualcosa di straordinario, eccezionale. Lo immagino già il San Paolo strapieno… come contro il Chelsea. Quella gara a Londra è una delle partite più sfortunate della storia del Napoli, quasi come quelle nostre contro il Real Madrid e con lo Spartak Mosca».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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