Il trolley è là, nel garage di fianco alla sua bella casa in mezzo al verde di Campinas, e Antonio Careca non vede l’ora di riempirlo. Cosa che avverrà giusto tra un mese. “Carè Carè Carè, tira la bomba, tira la bomba…”, infatti, giusto tra un paio di settimane sarà qui in Italia. Anche a Napoli, dove non vede l’ora di tornare. L’occasione? «Un invito della Uefa. Sarò ambasciatore dell’Uefa Trophy Tour che si concluderà a Roma il 22 settembre. Rivedrò finalmente Napoli, parleremo di pallone e spero d’avere il tempo di vedere una partita degli azzurri».
Bene. Benissimo. Intanto, tra un impegno e l’altro, riesce a tener d’occhio il nostro campionato?
“Su questo non v’è dubbio. Mi perdo poco di quel che accade sui campi del Brasile, del Sudamerica e dell’Europa. E quando dico Europa dico soprattutto Italia, è ovvio”.
E allora andiamo subito al concreto: Juve un’altra volta favorita?
«Favorita non lo so. Di sicuro sarà la squadra che tutti vorranno battere. Ma poiché stavolta dovrà fare i conti anche con la Champions, dovrà stare attenta a non sbagliare nulla. Ci sono squadre, infatti, che non le perdoneranno alcun errore».
In questo gruppo chi ci mette?
«Il Napoli. E poi l’Inter e il Milan e anche la Roma e la Lazio».
Napoli, Roma, Lazio… è la sua classifica alle spalle della Juve?
«Perché alle spalle? Certo, andare in campo con lo scudetto attaccato sulla maglia qualcosa vuole dire, però, mai come stavolta, credo che il campionato italiano possa regalare sorprese, novità. E sarebbe pure ora, visto che da vent’anni, con solo due eccezioni, lo scudetto non esce dal triangolo Inter, Milan, Juve».
Sta dicendo che il campionato italiano è scontato, prevedibile, forse anche noioso?
«Dico che il discorso scudetto è sempre limitato a due o tre squadre e questo non giova all’interesse e alla passione».
Però, a suo avviso, stavolta le cose potrebbero cambiare. Su che cosa basa questa convinzione?
«Su una forza indotta e subita: la forza di una crisi economica che in Europa ha riflessi anche sul calcio. L’ultimo mercato italiano ne è lo specchio. I club hanno necessariamente piegato le loro campagne acquisti alle esigenze di bilancio. Oggi in Europa solo tre o quattro club possono permettersi spese folli. Tutte le altre debbono farsi i conti in tasca. E tra queste anche le italiane sino a ieri abituate a spendere molto in acquisti e ingaggi».
Giusto, no?
«Direi necessario, inevitabile. Questo vuol dire fuga dei campioni e penso a Ibra e a Thiago Silva, ma anche più spazio ai giovani talenti e, soprattutto, più equilibrio ed incertezza in campo. Ecco perché non escludo che stavolta lo scudetto possa scappare da quel solito triangolo».
E quindi il Napoli?
«E quindi il Napoli è là, assieme alle altre. Di fianco alla Juventus e forse anche un po’ più avanti del resto della comitiva».
Perché? Che cos’ha il Napoli più degli altri?
«Una continuità tecnica che altri non hanno, una crescita costante, un rafforzamento funzionale alle esigenze della squadra. Insomma, è pronto per un grandissimo successo».
Pensa allo scudetto?
«Allo scudetto, perché no. Ci credo. E ci spero, questo è chiaro».
Ci vorranno ancora tanti gol del signor Cavani. Che cosa pensa del Matador napoletano? E’ più forte di Careca oppure no?
«Cavani con la palla in movimento è un bomber straordinario. Esplosivo. Imprevedibile. Instancabile. Non v’è dubbio che le fortune del Napoli siano legate parecchio alla sua capacità di fare gol».
Già. Ma Careca era più forte?
“Cavani è un grande attaccante di questi tempi: al servizio del gol e della squadra. Però? però? lo debbo proprio dire? Vabbe’: tecnicamente ero più forte io”.
Sì, è la verità. E di Lorenzinho che ci dice?
«Lorenzinho?»
Lorenzo Insigne, detto Lorenzinho.
«Insigne? Certo che lo conosco. Mi piace. Il suo calcio è sfrontato, spavaldo e mi diverte. Con il Pescara ha fatto gol fantastici e mi fa piacere che sia arrivato in Nazionale. Una gran bella alternativa per Mazzarri e per il Napoli una risorsa in più».
Se le dico Bruno Uvini?
«Ragazzo interessante. Fisicamente a posto. Non rapido, ma con buon senso della posizione. Il Napoli ha fatto bene a prenderlo. Tra un anno o due si ritroverà un bel difensore».
Tra un anno o due?
«Sì, a mio avviso non è ancora pronto per una squadra di vertice del campionato italiano. Comunque, sono felice: il Napoli finalmente ha riscoperto il mercato brasiliano, un mercato pieno zeppo di giovani talenti. Questa è casa mia, è il mio mondo e se De Laurentiis vuole posso dargli le dritte giuste».
Talenti brasiliani, certo. Al Napoli piacciono anche Wallace e Douglas Costa, che ne pensa?
«Wallace è un’ala destra che sta crescendo bene. Douglas ha talento, tecnicamente è davvero forte».
Ma la sua valutazione, 31 milioni di euro, non le sembra un po’ eccessiva?
“Beh, se pensiamo che Hulk è stato valutato 55 milioni?”
Ma allora oggi Careca quanto sarebbe valutato?
«Careca? Non meno di 100 milioni! Mannaggia ‘o manicomio!…»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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