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Careca: “Cavani, pensaci bene prima di lasciare Napoli”

L'ex bomber brasiliano: "Cosigliai Leandro Damiao al club azzurro due anni fa"

E’ a seimila miglia di distanza eppure è come fosse qui, dietro l’angolo di quel San Paolo che negli anni d’oro del pallone fu anche suo. “Carè, Carè, Carè tira la bomba, tira la bomba” non si perde niente di quel che accade dalle nostre parti. Segue, guarda in tv, s’informa, smanetta sul pc. Fategli una domanda e lui ha di sicuro la risposta pronta.

Vediamo: caro signor Careca, sa da quanto tempo non fa gol Cavani?
«Lo so: da cinque settimane. Certo, per un bomber del suo calibro cominciano a diventare tante, ma se El Matador ha una colpa sa qual è? E quella d’averci abituato sino a ieri a cose straordinarie. A medie straordinarie»

E sa da quando ha cominciato ad aver problemi con il gol?
«Non capisco». 

Glielo spiego. Ha cominciato ad aver problemi da quando s’è iniziato a parlare del suo sorpasso a Careca nella classifica dei bomber d’ogni tempo. Lo sa che gli mancano tre gol per affiancarla al quinto posto?
«Per carità, io non c’entro niente. Giuro sul pallone che mi è caro che non gli ho mai gufato contro. Anzi, il contrario. Auguro a Cavani di farli tutti assieme, oggi, quei tre gol. Per il bene suo e per quello della squadra».

Già, al Napoli sta pesando molto quella sua astinenza.
«Logico. Se si ferma lui sono guai seri. Anche perché né Hamsik né Pandev né Insigne stanno colmando il vuoto. Un momentaccio, è vero. Come se ne viene fuori? Nel calcio è semplice: mettiamo che il Napoli a Chievo vinca con un gol del Matador. Bene, da domani si parlerebbe soltanto di un Cavani ritrovato e di un Napoli che ha ripreso la sua corsa».

Non più di qualche giorno fa, proprio a Napoli, Maradona ha detto che tra lui e Messi è più forte lui. Se le chiedo tra lei e Cavani chi è il migliore che cosa mi risponde?
«Rispondo che Cavani mi piace, che il suo modo di giocare mi appassiona, che porta in campo forza e generosità come pochi attaccanti al mondo, ma anche che tra me e lui il più forte resto io. Detto questo, gli auguro di segnare più di me e di vincere con il Napoli almeno quanto ho vinto io».

Chissà se ne avrà il tempo. Il richiamo d’altri club e d’altri ingaggi è forte.
«Per un professionista il guadagno è sempre assai importante, però conta molto anche l’ambiente, la città. Io Napoli l’adoro, ho un ricordo stupendo della gente e della sua passione Per questo dico al Matador di pensarci bene prima di dirle addio». 

Dovesse andare via, al Napoli occorrerebbe un sostituto. Lei ha consigliato Leandro Damiao dell’Internacional di Porto Alegre.
«E’ vero. E’ da due anni che lo consiglio al Napoli e due anni fa costava certamente meno. Ha forza, abile nel gioco alto, un gran tiro anche da lontano, fa gol e anche tanti assist e lo considero pronto per misurarsi col meglio del calcio europeo».

Torniamo al calcio nostro. Al nostro campionato. La Juve se n’è andata?
«Questo non si può sapere, però è da due stagioni, ormai, che si dimostra un po’ più forte e un po’ più avanti delle altre. Ha determinazione, organizzazione, fa gol anche con i centrocampisti e i difensori, ha Pirlo che sembra un ragazzino ed è forte nella marcazione. Si dice così?»

No, si dice marcatura, ma il concetto è chiaro.
«E poi ha Conte che si sta dimostrando un grande allenatore. Sì, molto meglio da allenatore che da giocatore. Lo ricordo bene: in campo menava da morire».

Quindi, meglio che il Napoli si tenga stretto il secondo posto.
«Tutto può accadere, ma in questo momento dev’essere il secondo posto la sua priorità. Anche perché il Milan vincendo a Genova s’è pericolosamente avvicinato».

Il che vuol dire che il Napoli oggi a Chievo non ha alternative.
«Proprio no. Nelle ultime partite s’è lasciato dietro troppi punti per potersi concedere ancora distrazioni. E poi, se non sbaglio, tra quattro o cinque domeniche dovremo giocare a San Siro contro i rossoneri, no?»

Proprio così.
«Ebbene, per non correre rischi, a quel match il Napoli ci dovrà arrivare almeno con quattro punti di vantaggio. Ma, ovviamente, spero possano essere di più. Molti di più».

Come immagina la classifica a fine campionato?
«Ne posso immaginare due? Bene, in quella della ragione dalla prima alla terza scrivo: Juve, Napoli e Milan. In quella del cuore, invece: Napoli, Juve e Milan. Se Cavani si sveglia…» 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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