Giovanni Capuano, giornalista di ‘Radio 24’, è intervenuto nel corso di ‘Si Gonfia La Rete’, trasmissione in onda su Radio Marte:
“De Laurentiis dovrebbe mettere in discussione sé stesso ma questo non è necessariamente un obbligo, soprattutto quando a fine anno sei la persona che tira la riga. Il grande limite del Napoli di questi anni, oltre alla difficoltà di contesto (perché non ho mai visto un progetto), è stata l’incapacità di far crescere il club. Agnelli dice spesso che il numero dei dipendenti è triplicato. Spesso ci si concentra sulle cose di campo ma il calcio è un’azienda che viaggia su altri parametri. Io non so se il Napoli negli ultimi anni è cresciuto a livello aziendale. Ha vissuto ottimi momenti a livello di bilancio perché tante scelte sono state fatte bene. Però dal punto di vista aziendale a me non sembra che il Napoli sia cresciuto.
Spalletti? Io credo che il Napoli qualcosa in uscita dovrà fare ma avrebbe dovuto farle già nell’estate o nell’autunno scorso, quindi Gattuso ha avuto in eredità una rosa più completa e profonda di quanto si potesse credere. Ma non significa che smobiliterà. La scelta di Spalletti conferma la progettualità, ovviamente non sappiamo dove potrà portare. Con Allegri alla Juventus si ricostruiscono alcune gerarchie. Di sicuro Spalletti è un allenatore fatto, finito e pronto che garantisce di giocare per almeno i primi 3 posti.
Credo che qualcuno indispensabile nel Napoli ci sia, bisogna ragionare su un nucleo dal quale ripartire. Conte? Già un anno fa non si era legato ai cancelli di Appiano Gentile per la potenziale cessione di Lautaro Martinez. Bisogna capire chi è sacrificabile o non mettere alcun paletto. Osimhen per esempio non ha potuto esprimere il suo potenziale ma quando ha giocato ha fatto bene: ovviamente il Napoli non ha alcun motivo per venderlo. Se vendi un paio di giocatori poi devi mettere un tetto, perché si parla di progetto sportivo. C’è magari una rosa di giocatori forti che dispiace veder partire ma che poi sono sostituibili”.
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