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Capitan Cannavaro: “Porteremo il trofeo a Napoli per i tifosi!”

La Storia rieccola a portata di Napoli: e stavolta, al di là della retorica, sembra essere proprio finiti in una pellicola, perché il ritorno al futuro è in quella dimensione spropositata che s’avverte dal 63° piano del Park Hyatt Hotel, è in quei volti asiatici che ti sorridono con discrezione nell’attesa d’un autografo, nella consapevolezza d’esser veramente lontani da casa (si pranza all’ora del cappuccino, si cena al posto del pranzo e si dorme quando gli altri sono svegli); nella laboriosità perenne d’un popolo che cresce a vista di grattacielo; nella moltitudine d’uomini, donne e bambini; negli odori; nei profumi; in una lingua incomprensibile e in una vigilia assolutamente strana, unica. «Perché questa è la prima volta che ci capita e speriamo succeda ancora: ma giocare a Pechino la propria Supercoppa genera sensazioni diverse. Ci spiace non ci siano i nostri tifosi e allora proveremo a portar loro il trofeo».
La Storia è un’enciclopedia d’aggiornare e mentre scorrono i titoli di testa del 2012-2013, c’è tanta memoria per quel ch’è stato il Napoli di Paolo Cannavaro, la ribellione al sacrificio per il passato, la resurrezione imperiosa a suon di promozioni e poi le date cerchiate in azzurro, perché certi giorni restano e per sempre. «Se penso alla finale di coppa Italia a Roma mi vengono i brividi. Quando scelsi Napoli, nel 2006, sognavo ad occhi aperti; però devo dire la verità che stiamo facendo cose straordinarie. E il merito è di tutti. Il successo all’Olimpico ci ha riempito d’orgoglio, ma guai credere che qualcuno di noi si possa sentire sazio: l’appetito vien mangiando».
CARA, VECCHIA SIGNORA – La madre di tutte le partite è in fase d’avvio, un’occhiata alle lancette e si riparte dall’alto, dai campioni d’Italia, dai carissimi «nemici» di sempre, da una sfida che muove le folle e le loro coscienze e le passioni e gli istinti. «Per chi è napoletano, affrontare la Juventus dà più motivazioni e direi anche più gusto. In assoluto penso sia il match che la gente avverta di più, senza nulla togliere alle altri grandi. Ma questa è una rivalità che si rigenera, ancora oggi si parla del 5-1 di ventidue anni fa. Sarà una finale che avrà un valore particolare, nonostante siamo ancora ad agosto: da questa gara, può dipendere l’umore della stagione e comunque dare indicazioni».
VOGLIA DI TUTTO – Vista da Pechino, è una serata d’onore da attraversare a petto in fuori e a testa alta; e vista da Napoli, dal terrazzo del quinto posto della passata stagione e però anche dal tetto dell’autobus che la notte del 20 maggio girava in centro, è una responsabilità imponente, una sorta di imprimatur da protagonista ch’è nascosto nel destino di chi vince. «E allora, se pensate che un eventuale successo possa finire per alimentare ulteriori attese, facciamolo subito. Il 2-0 sulla Juventus a maggio è stato fantastico e noi non chiediamo nient’altro che vincere pure questa Supercoppa e consegnarla simbolicamente alla nostra gente. Poi le ambizioni vedremo. E vedremo se potremo aggiudicarci altri traguardi anche in tempi brevi».
E’ Juventus-Napoli, la partita di Paolo, pure quella di Fabio, allenatore provetto e persino promessosi (in caso di necessità) a Madame, lasciando stupito il fratellino ch’è un principe azzurro («cado dalle nuvole, non ne so niente: ma credetemi, neanche lui sa cosa voglia fare») e sa essere un cavaliere: c’è una Vecchia Signora: «Si gioca in un paese lontano una delle gare più attese dalla gente. Sono al cospetto due club che hanno rappresentato il calcio italiano, ognuno a modo suo, per anni ed anni. Sarà attesa tanto da noi quanto da loro: perdere non piace a nessuno e vincere una manifestazione del genere dà felicità. Da una parte e dall’altra ci sono sostenitori che sperano di riuscire a festeggiare, perché il calcio vive anche e per fortuna di queste cose. Lo so bene e lo sanno bene i miei compagni che siamo ormai alla vigilia di un sabato speciale, perché questa non è una gara normale». Juventus o Napoli, altro che una partita.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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