Lavezzi esce con le lacrime agli occhi, Cannavaro va a consolarlo. Azzurri a testa bassa, tutti, delusione enorme allo Stamford Brdige, cocente. Gli inglesi fanno festa, Drogba invita al massimo incitamento, si sente fortissimo la canzone del Chelsea. La notte che poteva diventare storica si trasforma in una notte da incubo. La delusione nelle parole di Paolo Cannavaro, il capitano che ha invitato comunque i compagni ad andare sotto la curva a salutare i tifosi.
«Usciamo a testa altissima, adesso abbiamo una voglia matta di terzo posto». Capitano, napoletano, per lui la delusione è doppia, anzi tripla. Aveva avvertito alla vigilia che sarebbe stata durissima e che il Chelsea non era certo la squadra dell’andata. Infatti così è stato, i blues targati Di Matteo hanno cambiato volto e messo in campo un agonismo di provinciale. Entrate durissime, grande cattiveria agonistica. E poi in attacco Drogba è stato un gigante, incontenibile, ha messo potenza ed esperienza. Il gigante ivoriano ha aperto e chiuso la partita, suo il gol dell’1-0 e sua la giocata che ha ispirato la quarta rete del Chelsea. «Fa male perdere così, questo stadio è una bolgia non si sente nulla, davvero non è facile giocare qui». Voglia matta di terzo posto e di campionato, si ricomincia da Udine, un vero e proprio scontro diretto. Cannavaro guarda già alla prossima partita, alla sfida di domenica al «Friuli».
Ma la delusione è forte, la sconfitta è stata di quelle pesanti. Il napoletano leader della difesa, reparto che ha ballato troppo, diversi errori, un calcio di rigore contro. «Sul secondo gol c’è stata qualche piccola incompresione, purtroppo è vero, può succedere». Voglia però di guardare avanti comunque con fiducia. «In Champions ci torneremo, adesso ci concentreremo ancora di più sul campionato, che diventa il nostro grande obiettivo. Ripeto, adesso partirà ancora più forte la nostra ricnorsa al terzo posto».
Recriminazioni anche da parte di De Sanctis. «Siamo riusciti anche a fare gol però non è servito, abbiamo sofferto molto la fisicità del Chelsea. Un vero peccato, dopo il 3-1 dell’andata avevamo una grossa opportunità che non siamo riusciti a sfruttare. Resta comunque di fondo la soddisfazione per la buona Champions disputata ed essere comunque arrivati fin qui. Ora guardiamo avanti e pensiamo al campionato».
Altro azzurro di grande carattere Inler. Suo il gol che ha rimesso in corsa il Napoli. Sua la rete che ha riportato per poco più di un quarto d’ora la qualificazione dalla parte degli azzurri. Inler dopo la rete al Villarreal che aveva regalato la qualificazione agli ottavi poteva lasciare nuovamente il segno allo «Stamford Bridge». Invece è stata solo un’illusione, il Chelsea infatti ha segnato ancora con Lampard su rigore e poi ha chiuso i conti ai supplementari. Una rete bella dello svizzero, ma inutile: un tiro dal limite forte e preciso nell’angolino. Inler il migliore in campo degli azzurri non solo per il gol ma anche per la prestazione, un gigante, a centrocampo ha giocato tantissimi palloni e ne ha sprecati pochi. Lo svizzero che viene fuori nelle partite più difficili, quello dove ci vuole carattere, nelle battaglie. Un gigante a centrocampo, un baluardo in una notte difficile per il Napoli. Lo svizzero ci teneva da morire ad andare avanti, dal primo momento che arrivò a Napoli disse di voler lottare su tutti i fronti. Ma purtroppo non è bastato, per il Napoli la notte della grande speranza si è trasformata nella notte della grande delusione.
Tanti episodi negativi nella serata londinese, a cominciare dall’infortunio di Maggio, uscito nel primo tempo: il Chelsea proprio non gli porta bene, all’andata aveva sbagliato il gol del 4-1. Un infortunio pesante, una defezione comunque pesante per la grande importanza del nazionale di Prandelli anche da un punto di vista tattico. Al suo posto è entrato Dossena e a destra è stato spostato Zuniga. Dossena tra l’altro protagonistta in negativo di uno degli episodi che hanno messo ko il Napoli, suo il fallo di mani che ha determinato il rigore del 3-1 di Lampard.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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