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Un Cannavaro struggente: ”Spero di tornare a lavorare nel Napoli. Amo la mia città”

''La società deve preservare Insigne''

Paolo Cannavaro, ex difensore del Napoli e da poco ritiratosi, ha rilasciato queste dichiarazioni alla trasmissione i ”Signori del Calcio” su Sky Sport: ”Era il momento giusto per smettere di giocare. Adesso inizio la mia carriera accanto a mio fratello Fabio.

Nella mia carriera non ho vinto tanto, ma quella Coppa Italia alzata con la maglia del Napoli ha un sapore indescrivibile. Nell’ultimo anno di Mazzarri ho veramente sperato di vincere lo Scudetto. Sarebbe stata un’esperienza unica.. io amo Napoli, mi manca la città di Napoli, sono certo che tornerò a Napoli e morirò nella mia città. Mi piacerebbe tornare a lavorare nel Napoli anche in altre vesti. Napoli per me è tutto.

Quando tornai nel Napoli? Mi chiamo Fedele e mi disse che c’era la possibilità di tornare perché Marino mi voleva e io dissi subito di sì. Volevo tornare immediatamente nel Napoli. Tra i vari tatuaggi ho quello della data della promozione in Serie A.

Il rapporto con i tifosi azzurri? E’ stato eccezionale! Una ferita dolorosa è Un Napoli-Torino dove uscivamo da un periodo complicato e i tifosi mi fischiavano a ogni palla che toccavo. Allora chiesi a Contini di passarmi il pallone e lo sparai in tribuna, non riuscivo a capire perché i tifosi fischiassero proprio un napoletano. Non meritavo quel trattamento. Da quel momento mi sono ripreso e ho cercato di fare meglio di quanto fatto. Da quel momento sono stato ancora più amato dai tifosi. 

Il mio addio? Dopo sette anni e mezzo capii che non ero nei piani del nuovo allenatore (Benitez ndr)

Insigne? A Lorenzo gli auguro di diventare quello che volevo diventare io per il Napoli, può diventare il Totti azzurro. Ha un talento eccezionale, ma la società lo deve preservare. Lo paragonai subito ad Ortega, un talento che fa innamorare immediatamente. Caratterialmente deve stare così. E’ un giocherellone”.

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